1. L'amore di una spia 2/4


    Data: 28/05/2024, Categorie: Sentimentali Autore: RunningRiot, Fonte: EroticiRacconti

    ... frenati che tutto si sarebbe probabilmente risolto con due lunghissime limonate tra coppie se Annalisa, a un certo punto, non avesse messo la mano sul pacco del fighissimo e non gli avesse detto "ora però fammi vedere che sei un uomo". I ragazzi, alla fine, non si erano rivelati poi così timidi e le avevano scopate per buona parte della notte. Il letto di Annalisa aveva rischiato parecchio. Entrambe nei giorni successivi si sarebbero interrogate su quel contraddittorio mix di piacere e gelosia nel vedere l'altra godere sì, ma tra le braccia altrui.
    
    Ma che lo vogliate considerare sesso o lo vogliate considerare amore, la cosa che Annalisa avrebbe messo sul gradino più alto del podio era avvenuta una domenica mattina. Avevano approfittato di una giornata di pioggia battente per andare a mangiare fuori Roma: "In giro non ci sarà nessuno, vedrai". A un certo punto aveva cominciato a piovere così forte che Valentina le aveva chiesto di fermarsi in una piazzola, una specie di belvedere sulla strada per i castelli dal quale si dominava la città. Nonostante l'andare del tergicristallo, però, non si vedeva nulla. Valentina aveva alzato Vasco a palla per sovrastare il rombo della pioggia e, voltandosi verso Annalisa, le aveva sorriso prima di infilarle la mano nei leggings. L'aveva scopata così, senza nemmeno farle togliere la cintura di sicurezza e senza nemmeno baciarla, guardandola negli occhi e cantando a squarciagola "sai che cosa penso? che se non ha un senso domani arriverà ...
    ... lo stesso". E anche Annalisa aveva finito per urlare a squarciagola mentre la sua fidanzata stonava "voglio trovare un senso a questa storia". Aveva bagnato il cavallo dei leggings e la mano di Valentina. E poi quella mano l'aveva presa, se l'era passata sul viso, l'aveva asciugata con i baci pensando di non essere mai stata così felice.
    
    L'unico cruccio di Annalisa era rappresentato dal suo lavoro, di cui non poteva parlarle se non in modo molto vago. Una notte, una delle primissime, dopo essere rientrate dal ristorante avendo cominciato a scopare praticamente sul pianerottolo, Valentina si era alzata dal letto per andare a prendere una sigaretta. All'inizio Annalisa aveva visto quel corpo nudo e flessuoso uscire dalla stanza con una contrastante sensazione di appagamento e di voglia non ancora soddisfatta. Poi, di colpo, aveva realizzato e le era corsa dietro. Valentina era nell'ingresso con la sua borsa in mano che domandava nel vuoto "quanto cazzo pesa?". Poi aveva tirato fuori la pistola che Annalisa non aveva fatto in tempo a scaricare e a nascondere. Annalisa aveva letto quasi il terrore nei suoi occhi, Valentina tremava tenendo l'arma con due dita. "E questa? Cosa cazzo è?". "La mia pistola d'ordinanza", le aveva risposto Annalisa. "Cosa cazzo sei? Una specie di sbirra? Mi avevi detto che facevi l'analista, la ricercatrice". Annalisa le aveva raccontato, mentendo, che lavorava per i servizi di sicurezza della Presidenza del Consiglio e che la pistola era obbligata a ...
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