L’intesa 3
Data: 24/05/2024,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... sguardi indiscreti.
Per qualche mese, quello diventò il nostro rifugio d’amore; con Manlio ci si incontrava per caso, talvolta; e a letto eravamo due estranei che per necessità dormivano sullo stesso materasso, badando bene a non sfiorarsi nemmeno per distrazione; dai pettegolezzi dei circoli cittadini sapevo che manteneva intensi e frequenti rapporti con altre donne tutte più o meno note ai soliti bene informati; non riusciva però a trovarne una disposta ad accettare il suo modo di vita e a fare coppia fissa.
Di me, si sapeva niente o pochissimo; nessuno avrebbe mai sospettato una tresca fra la solerte dirigente di banca ed il geniale compositore orgoglio della cultura cittadina; mio marito imparò a non chiedere conto delle mie assenze in casa fino a notte fonda e, talora, per l’intera notte; sapeva che avevo un amore segreto, ma non gli riuscì in nessun modo di acclarare che il mio ‘amante’, come gli piaceva definirlo, era il direttore musicale del teatro civico.
Invece noi ci incontravamo quasi quotidianamente, quando uscivo dall’ufficio; avevamo imparato a rotolarci nel suo letto in tutte le più acrobatiche movenze dell’amore; l’aspetto meraviglioso dei nostri amplessi era la coreografia da balletto che di volta in volta Loris si inventava per rendere ogni copula un evento nuovo ed irripetibile; superate le remore iniziali, nella nuova dimensione del sesso, mi abbandonavo ormai alle più ardite figure che la lussuria proponeva.
Rinunciammo al ‘rituale fisso’, ...
... di una fellazione seguita da un cunnilinguo, preliminari entrambi ad una copula in vagina vis a vis o a pecorina; quando entravo in casa sua, era probabile che Loris mi ricevesse con un copula in piedi, dietro la porta appena chiusa, facendomi toccare vertici mai raggiunti di piacere e di libidine; in altre occasioni, si fiondava sul seno e lo sottoponeva ad un delicato lavoro di sollecitazione della lingua, delle labbra e dei denti da cui uscivo quasi svuotata.
Era quasi un rito arrivare alla camera che già ci eravamo spogliati per strada, scambiandoci infiniti baci sensualissimi, carezze e stimolazioni da orgasmo duro; se mi spingeva supina sul letto, sapevo che mi avrebbe penetrato con forza, mentre mi colmava di coccole e delizie che mi facevano perdere il senso dell’amplesso per proiettarmi in un’armonia di piacere che mi esaltava; quando mi spingeva gattoni, era chiaro che mi avrebbe preso a pecorina, facendomi sentire la mazza fin nello stomaco.
Non mi stancavo mai di sentirlo dentro di me, fino al dolore, e di tenerlo stretto, per sentimene padrona e dominatrice; avevo imparato a masturbarlo in ogni maniera, con le sole dita o a mano piena, strusciandolo fra i seni, sfregandolo tra le natiche o fra le cosce, rasente la vagina; una volta fatto amicizia con la bocca, la fellazione diventò il punto di forza della mia copula; ero capace di passare ora a tenere in bocca la sua verga e a farla scivolare fino all’ugola.
La leccavo tutta con molta passione e la mia ...