1. Sognavo la filarmonica


    Data: 30/04/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: maturoamodena, Fonte: Annunci69

    ... compagni, dei miei continui trasferimenti al seguito di mio padre, dei miei fratelli. Rise alla descrizione di mia madre ed una volta mi scostò un ricciolo dalla fronte. Quel gesto mi colpì. Era tenero senza essere mieloso.
    
    Tornammo a casa. Anche allora si diresse nella stanza del pianoforte. Tremai all’idea di dover ricominciare a suonare, ma lui mise un vinile sullo stereo e si accomodò in poltrona. Le note del solo flauto del Bolero di Ravel riempirono la stanza con il tamburo che ne scandiva il ritmo. Il Maestro mi fece segno di mettermi davanti a lui e mi disse “spogliati”. S’inseriva, intanto, il suono acuto del clarinetto “mi vergogno” accennai timidamente “spogliati”. Partivano le note piene e scure del fagotto quando cominciai a togliermi una alla volta le scarpe…preceduti dall’oboe, decollavano tromba e flauto mentre lentamente mi sfilavo la maglietta. Ero ammaliato dalla carica erotica di quella musica…la sua mano si muoveva sull’uccello ancora nascosto, ma visibilmente duro. Slacciai i pantaloni mentre entravano i sax…il trombone accompagnò una gamba nuda, i fiati l’altra. Rimasi in slip mentre si levavano le viole ed i violoncelli. Scivolavo progressivamente da uno stato di percezione razionale a una sorta di sensuale invasamento. “spogliati” disse ancora con voce rauca. Mi tolsi pian piano anche quell’ultimo minuscolo indumento. M’imbarazzava il mio corpo nudo, bianco, imberbe appena illuminato dal lampione della strada, a stento tentavo di coprire con le ...
    ... mani il cazzo in erezione.
    
    Quando dagli altoparlanti cominciarono a battere fragorosamente i piatti era come se io stesso ricevessi degli schiaffi e questo accresceva l'intensità emotiva della situazione. Allontanai adagio le mani mostrandomi interamente e lo sfidai guardandolo dritto negli occhi. Era come ipnotizzato, oltremodo turbato, con gli occhi allucinati, si strappò i vestiti di dosso e mentre archi e fiati s’univano al resto degli strumenti, mi sollevò in braccio trasportandomi nella sua camera. Mi depositò sul letto nel momento in cui di colpo la musica tacque.
    
    Cercò la mia bocca. Mi baciava con passione e voracità mentre il suo corpo gravava su di me e la sua potente erezione premeva contro la mia. Quando mi offrì il suo cazzo aprii la bocca, all’inizio mi sembrava di soffocare, ma poi presi confidenza e lo accolsi nella mia gola come se l’avessi sempre fatto. Mi scopava in bocca, mi piaceva il suo sapore, mi piaceva il suo impeto, mi piaceva che ripetesse “il mio piccolino…il mio piccolino”.
    
    Poi cominciò a leccarmi dappertutto: le dita, le braccia, le spalle, le ascelle, i capezzoli, il ventre, l’interno delle cosce, le caviglie, i piedi. Baciò ogni singola efelide della mia pelle stupendosi che fossi così liscia e delicata. Mi rivoltò sulla pancia “come un bambino!” esclamò quando, aprendomi le chiappe, scoprì un buco roseo e, per natura, privo di peli. Vi sostò a lungo leccandolo, baciandolo, penetrandolo con la punta della lingua, stirandolo con i ...
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