Sognavo la filarmonica
Data: 30/04/2024,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: maturoamodena, Fonte: Annunci69
... ardui esercizi per l'articolazione delle dita detti "spacca - mano", per rinforzare l'articolazione delle dita e a creare indipendenza tra di loro, così da ottenere la migliore capacità tecnica e meccanica. “Devi fare una sana alimentazione” mi diceva “solo un corretto stile di vita, lontano da fumo, alcool e droghe permette al pianista di dare il meglio di sé. È importante suonare in modo rilassato, concentrato e sempre attento a sentire il suono dello strumento e soprattutto le proprie emozioni. Bisogna cercare di trasmettere ciò che si sente agli altri attraverso la musica che si produce con il piano, ma prima è fondamentale una corretta impostazione della mano, delle dita, del corpo”.
Mentre eseguivo camminava dietro di me. Talvolta mi correggeva la posizione delle braccia, altre mi dava dei colpi sulla schiena perché la raddrizzassi, altre volte urlava “Doveva essere un diesis quello! Ricomincia!”
Ed io obbedivo, sudato, stanco, agitato. Di tanto in tanto mi faceva vedere lui stesso come dovevo eseguire un passaggio e per raggiungere la tastiera si addossava a me quasi abbracciandomi da dietro “Devi fare così…ricomincia!”. In quei casi ne avvertivo il profumo, il calore, il respiro, il vigore.
Talora si fermava al lato del pianoforte ad ascoltare. In tal modo i miei occhi erano all’altezza della cintura. Vedevo la linea dei fianchi, il ventre piatto, il cavallo dei pantaloni che sosteneva il bozzo del membro ben delineato.
A volte, all’arrivo m’incrociavo ...
... con un altro allievo. Un ragazzo circa di circa un paio d’anni più giovane di me. Mi sorrideva sempre mentre mi salutava con gli occhi e un giorno sentii il maestro che lo congedava chiamandolo Mattia.
Die Kenntnis - La conoscenza – (vivacissimo – animato con fuoco)
Arrivò la primavera. Eravamo prossimi alla Pasqua. Quel caldo mi sembrava inverosimile. I miei compagni di scuola andavano già al mare saltando le lezioni, mentre io mi alternavo tra studi di greco, filosofia e pianoforte.
Il primo giorno che il maestro mi ricevette con quei pantaloncini di cotone azzurri rimasi interdetto. Mi chiese scusa per l’abbigliamento, ma lui non sopportava il caldo e non gradiva l’aria condizionata. Aveva cosce atletiche e polpacci sviluppati come se giocasse al calcio, entrambi pelosi ed abbronzati. Una polo bleu gli si apriva sul petto villoso e le maniche corte scoprivano due braccia muscolose. Sembrava dovesse salire in barca da un momento all’altro.
Sistemai la partitura sul leggio, aggiustai il sedile, tirai un lungo respiro e cominciai a suonare il «Jardins sous la pluie» di Debussy. Pestavo sui tasti ma ero distratto da quelle gambe poderose che si muovevano intorno a me. “Devi farla sentire la pioggia…la mano sinistra deve muoversi alla stessa velocità della destra…cosa stai pensando oggi?….ricomincia!….veloce, più veloce, più veloce…sei distratto…ricomincia!...e falle saltare quelle mani sulla tastiera…la pioggia, la piooooooooggia….no, no così no, ri-co-min-cia!”. Ero ...