Il giallo della gerbera rossa
Data: 28/03/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Nepenthes, Fonte: Annunci69
... Il secondo era sui quaranta stempiato, anzi, quasi alopecico, barba incolta e occhi infossati, aveva occhiaie nere e l’aria triste, forse solo apatica, di chi non si aspetta più nulla dalla vita che valga la pena di essere vissuto. Il suo essere sovrappeso denunciava la sua noncuranza verso sé stesso e il mondo, uno scudo con il quale giustificare l’inclemenza della natura nei suoi confronti. Stava fermo a una rispettosa distanza tenendo il badile in spalla e questo mi fece sospettare subito di lui. Il terzo oscillava tra i cinquanta portati male e i sessanta portati benissimo. La barba ben rasata e il taglio di capelli giovanile evidenziavano un certo narcisismo e una strenua lotta quotidiana contro le angherie del tempo. Il viso manteneva lacerti di una storica bellezza come un affresco grottesco in cui le temperie della vita stavano lentamente disgregando e, nello stesso tempo, rendendo unico e affascinante. Aveva un sorriso incoativo, dolce e rassicurante, come quello di un padre che osserva benevolmente le imperfezioni del proprio figlio. La sicurezza di chi ha vissuto sopra le righe e si trovava lì per caso, per una strana congiuntura avversa del destino, come uno scienziato profugo di qualche paese oppresso da un regime totalitario prestato alla bassa manovalanza di un paese libero ma non per questo meno schiavizzante.
- “Sì, grazie. Molto gentile da parte vostra.”
Il più giovane raccolse il pesante vaso e gli altri si strinsero attorno a lui.
- “Da che ...
... parte, signorina?”
Indicai approssimativamente la strada.
Prima ancora di muovere il primo passo, il giovane portatore ebbe un moto improvviso:
- “Li ha cinque minuti di tempo?”
- “Per cosa?” Risposi incuriosita
- “Oggi è il compleanno del Delio. Abbiamo una bottiglia in fresco e la torta, nel nostro alloggio. Può immaginare, qui festeggiamo sempre da soli, è un pò triste la faccenda. Magari, visto che c’è qui lei… Sarebbe un bel diversivo. Non pensi male eh?”
- “Chi è Delio?” Risposi, mio malgrado.
- “Lui!”, indicò lo “scienziato russo” che scuoteva il capo in un timido dissenso, dicendo al giovane di lasciar perdere, di non importunarmi. Mentre il terzo restava immobile nella sua apatia come la crisalide di un insetto preistorico imprigionato nell’ambra.
Ovviamente pensai subito di porre un diplomatico diniego a quella che poteva palesarsi come una situazione, a dir poco, eufemisticamente sconveniente. Poi, però, pensai che sarebbe stata una buona occasione per approfondire la mia indagine. Non so come, ma avrei, in qualche modo, potuto carpire qualche elemento utile ad identificare quel misterioso oblatore.
Così mi ritrovai nello spogliatoio del locale tecnico del cimitero, con quei tre Tanato-moschettieri. Non so come, ma, quel piccolo frigorifero, cominciò a vomitare bottiglie di vino a raffica: una, due… tre… Mi chiesi come faceva, un contenitore così piccolo, a contenere così tante bottiglie di prosecco. I tre uomini si trasformarono in allegri ...