1. Il giallo della gerbera rossa


    Data: 28/03/2024, Categorie: Etero Autore: Nepenthes, Fonte: Annunci69

    ... sinistra, da un piccolo muretto di granito, sollevò una gerbera rossa. Lo vidi avvicinarsi alla tomba di madre e depositare quel fiore, in cambio di quello precedente, che portò via con sé, sfumando tra le brume del mattino.
    
    Ovviamente non lo seguii, preoccupata com’ero di correre a casa a cambiarmi gli abiti pregni della sua orina, ma, avevo scoperto che, la persona che cercavo era un inserviente del cimitero. Ovviamente lo sospettavo, ma ora ne avevo la certezza.
    
    A casa mi spogliai velocemente, misi gli abiti a lavare e mi infilai subito sotto la doccia calda. Mentre mi insaponavo abbondantemente, però, non riuscivo a fare a meno di pensare a quel coso enorme. Avrei dovuto essere schifata, indignata, offesa, incazzata. Invece non potevo togliermi dalla testa quel manico di vanga di carne. Sono giovane, lo so, ma, nel mio piccolo, penso di averne visti di tutte le taglie e colori e forme, di cazzi. Ma quello… So benissimo che le dimensioni non contano, se si sta in un range medio, ne avevo provato uno decisamente piccolo e non mi era piaciuto, ma uno grosso, e intendo, straordinariamente grosso, quello mai. Mi chiedevo cosa si provasse a sentire, un arnese così grande, scivolare dentro la carne umida della mia vagina, e, senza rendermi conto, indugiavo con la spugna insaponata sulla mia passera, fino a quando mi accorsi di essere eccitata come poche volte nella mia vita. Presi il soffione della mia doccia e lo direzionai là, dove fa bene, regolando un getto concentrato ...
    ... e pulsante. Ebbi un orgasmo che mi piegò le gambe e mi fece inginocchiare sul piatto di ceramica urlante di piacere.
    
    Nei giorni seguenti, però, mi resi conto di come non fosse per niente facile individuare quell’uomo, dai tratti somatici e dalle poche indicazioni di cui ero a disposizione. Sembrava, infatti, da un colloquio con gli amministratori del servizio cimiteriale, che praticamente tutti i loro inservienti fossero alti e corpulenti, questo, stando alle loro motivazioni, giustificato dal fatto che molte delle tumulazioni effettuate in quel luogo, venivano fatte ancora a mano, e, sollevare e calare bare che, il più delle volte, superavano i cento chili, non era certo un mestiere per mingherlini. Pensavo ad un altro escamotage per individuare quell’uomo quando , appena fuori dall’ufficio amministrativo, raccolsi il mio vaso azalea per portarlo sulla tomba dei miei. Una voce mi scivolò sulle spalle come ceralacca fusa:
    
    - “Ha bisogno di aiuto signorina?”
    
    C’erano tre inservienti alle mie spalle, protetti dalla loro tetra divisa d’ordinanza. Ripeterono la domanda quando mi girai verso di loro. Dovetti costatare subito che i tre avevano proprio una corporatura molto simile, tanto simile da poter essere confusa, una mattina di nebbia. L’uomo che mi aveva rivolto la parola era alto, giovane e con i capelli lunghi fino alle spalle, ricci biondastri, pancia appena prominente da birra, andatura dinoccolata, un pò slombata, leggermente cifotico, fece due passi verso di me. ...
«1234...8»