1. Il buco nella cabina


    Data: 10/03/2024, Categorie: Tradimenti Autore: RaccontiSparsi, Fonte: Annunci69

    ... la punta della lingua contro la pelle in prossimità del legno.
    
    Si ritrasse e potei sentirla prendere fiato. Solo un attimo e si rigetto su di me. La mano tornò a segarmi e cappella tra le labbra alla mercé della sua lingua.
    
    Stavo per raggiungere l’orgasmo. Le mie unghie raschiavano contro il legno e anche i piedi cercavano qualcosa su cui puntarsi. Contrassi i muscoli in un ultimo tentativo di resistere.
    
    La sua lingua attaccò a stimolarmi il frenulo muovendosi veloce e le sue labbra scivolavano sulla cappella.
    
    Un secco, «Ah!» e schizzai con tanta forza che potei sentire la sborra spruzzata solleticarmi la punta del glande e rimbalzare contro il suo palato. Mi munse l'asta accogliendo ogni schizzo e continuò a succhiare la cappella. ipersensibile per l'orgasmo, anche quando ormai non aveva più nulla da darle.
    
    Un ultima forte succhiata alla cappella, che terminò con uno schiocco, annunciò che aveva finito.
    
    Finalmente il mio pene perse consistenza e potei ritirarlo. Lei mi aiutò a farlo passare attraverso il buco evitando di farlo strofinare contro il legno.
    
    Subito mi ritirai su il costume e mi sedetti un attimo in cerca di un momento per riprendere la lucidità. La sentii muoversi nella cabina a fianco, anche lei si stava rimettendo in sesto.
    
    La porta della sua cabina si aprì e per un attimo il “buco della gloria” fu attraversato da un fascio di luce.
    
    Subito la ritrovata calma fu spezzata dalla voce di un ragazzo, «Amore, si può sapere quanto ci hai ...
    ... messo? Dai che si fa tardi!».
    
    «Scusa, amore, mi stavo mettendo la crema solare», rispose la ragazza.
    
    Col cazzo ormai tornato calmo uscii dalla cabina. Quello splendore si stava allontanando, assieme al suo ragazzo, verso il mare e io seguii il suo culo ancheggiare, coperto soltanto da un tanga, finché non furono lontani.
    
    * * *
    
    Nel pomeriggio pensai che, chissà, forse il sogno di quella mattina avrebbe potuto ripetersi. Avrei dovuto allargare il buco. Magari farne un altro così che potessi anche vedere dall’altra parte, nel mentre. Con la scusa di alcune commissioni necessarie lasciai la mia famiglia al resort e andai in una ferramenta nel paese vicino. Presi una sgorbia, un coltello da intaglio e un quadrato di compensato.
    
    La mattina dopo andai in spiaggia molto prima che arrivasse il personale, allargai il buco, provvidi a fornirlo di tappo, e ne scavai un altro molto in alto, una fessura larga abbastanza da farci passare il cellulare, così che la telecamera frontale potesse riprendere l’interno della cabina.
    
    Ma quel giorno lei non si presentò e per il resto della settimana non la vidi più, ne in spiaggia, ne in giro. Solo la mattina del mio ultimo giorno di vacanza, finalmente, la vidi arrivare.
    
    Il cazzo mi si mise subito in piedi, celato dal giornale, ma con lei c’era il suo fisicato ragazzo. Passò davanti a me e proseguì verso le cabine dove vi entrò col ragazzo. Io però non desistetti e mi precipitai. Anche un ultima visione del suo corpo sarebbe stata ...
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