1. Il buco nella cabina


    Data: 10/03/2024, Categorie: Tradimenti Autore: RaccontiSparsi, Fonte: Annunci69

    In una bella mattinata di luglio me ne stavo in panciolle, giornale alla mano, su uno sdraio nella spiaggia di un resort, godendomi il mio ombrellone a dispetto del sole, che di lì a poco avrebbe reso la sabbia rovente.
    
    Avevo deciso di scendere in spiaggia prima per poter staccare un paio d'ore da mia moglie e le mie figlie. Così, passato in cabina a cambiarmi, e appurato che l'acqua fosse ancora troppo fredda per i miei gusti, ero rimasto all'ombra a leggere un giornale.
    
    Sulla spiaggia ci saranno state una decina di persone, me compreso, ognuna ben intenzionata a conservare la propria tranquillità tenendosi rispettosamente a distanza.
    
    Passai così una buona mezz'ora quando sentii dei passi avvicinarsi dalla passerella. Giusto per curiosare chi fosse abbassai un poco il giornale.
    
    Subito inquadrai la lunga chioma mora di una ragazza dal bel viso, i lineamenti affilati e le labbra carnose. Indossava un vestitino molto scollato esibendo un seno prorompente che sobbalzava a ogni passo.
    
    Inarcai un sopracciglio e finsi di tornare a leggere il giornale. Lei avanzava sulla passerella avvicinandosi. Con un altro colpo d’occhio vidi che il vestitino che indossava le copriva appena i fianchi lasciando scoperte le gambe lunghe e tornite.
    
    Arrivata a un passo dal mio sdraio ci fu un tonfo e un tintinnio metallico. La ragazza si voltò e fece un passo indietro. Feci appena in tempo a notare il luccichio di una chiave che lei, con un gesto plateale, si piegò in avanti a ...
    ... raccoglierla.
    
    Il bordo del vestito risalì lungo le cosce finché un ciuffo di peluria scura venne allo scoperto e subito dopo due labbra sporgenti strette tra due natiche tonde.
    
    Si rialzò e io ributtai gli occhi sul giornale, ma il mio pisello, costretto nel costume, fece meno l’indifferente. In pochi secondi si gonfiò con tanta forza che la cappella riuscì a superare l’elastico del costume e a portarsi in bella vista alla luce del sole.
    
    La ragazza posò lo sguardo su di me. Subito mi coprii con il giornale. Lei si scostò i lunghi capelli dal viso e, con un risolino, si portò una mano alla bocca. Cominciai a sudare freddo. Quando passò di fronte al mio sdraio accennò un saluto tenendo bassa la mano.
    
    Senza guardare nella sua direzione cercai di rattoppare la vicenda con un, «Le chiedo scusa».
    
    Lei si fermò, «Sono cose naturali…» rise, «capita!» e se ne andò.
    
    Rinfilai il mio cazzo, che non voleva saperne di cedere, nel costume. Sapere che quel gran pezzo di fica se ne andava in giro con la passera al vento non aiutava certo a smollare la tensione. Mi girai a guardare e la vidi ancheggiare lungo la passerella in direzione delle cabine. Arrivò alla cabina a fianco alla mia e ci si infilò dentro.
    
    Qualsiasi compostezza, o senso del pudore, svanì. Mi alzai dallo sdraio e avanzai a grandi passi verso la mia cabina incurante della banana nel costume.
    
    Quando ci fu assegnata mia moglie e le mie figlie se ne erano lamentate per via di un buco nella parete dovuto a un nodo ...
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