Hayashi
Data: 01/02/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Akai, Fonte: RaccontiMilu
... aspettando? Che senso aveva ora di preoccuparsene dopo la freddezza con cui la stava trattando? Accese il motore e le sembrò di vedere sul suo viso un’espressione diversa, qualcosa che le ricordava quella vista la notte precedente, anche se annebbiata dall’alcool. Nel petto le salì un profondo affetto e senza volerlo, mentre partiva lenta, alzò la mano per salutarlo, lui si irrigidì di nuovo e la osservò sfilargli di fianco, poi partì rabbioso ed imboccò con furia l’altra uscita del parcheggio, quella che lo avrebbe portato lontano dalla strada che avevano fatto per arrivare lì. Si rigirava nervosa nel letto, quasi contorcendosi nel tentativo di trovare la posizione che le avrebbe finalmente permesso di dormire, ma non c’era, era troppo agitata. Perse il cellulare per controllare se fosse arrivato un messaggio. Niente di nuovo e l’agitazione aumentò ancora. Prese un’ennesima sigaretta e l’accese al buio. Aveva giurato a sé stessa che due sigarette fa era l’ultima della giornata ma fu più forte di lei. Dopo la prima boccata prese di nuovo il cellulare, ovviamente non c’era nessun nuovo messaggio. Odiava quel metodo di comunicazione, come faranno i giovani a riuscire ad avere una conversazione valida in quel modo se dall’altra parte impiegano ore per risponderti? Trattenne a stento il pollice che avrebbe voluto far partire la chiamata. Prese un’altra boccata per calmarsi. Scorse a ritroso la cronologia. Sarà davvero arrabbiato con me, pensò, stamattina aveva risposto dopo ...
... pochi minuti, sono ore invece che gli ho mandato il messaggio e’ nulla’ La prese lo sconforto, le si aggrovigliò lo stomaco ed anche il fumo le stava dando la nausea, spense la sigaretta nel posacenere sul comodino. Un’ultima occhiata allo schermo del cellulare e quando si spense rimase completamente al buio. Era così opprimente quella stanza buia e l’intera casa in un silenzio tombale sembrava soltanto aggravare la situazione. Chiuse gli occhi, così da poter sopportare più facilmente l’oscurità, ma la mente agitata si mosse in fretta e subito venne assalita da quello che era successo qualche ora prima, da prima in realtà, dalla mattina, quando nervosa ed inquieta per quello che era successo il giorno precedente, ma con ancora abbastanza presenza di spirito per fingersi calma e ‘moderna’ mandò a Marco il messaggio: ‘Buon giorno, spero di non disturbarti’ Vorrei parlarti” Naturalmente appena lo spedì si accorse di quanto fosse stata vaga ed impersonale e le vennero in mente cento altri modi per scriverlo, avrebbe voluto correggersi ma sapeva che non era possibile. Un minuto più tardi le arrivò la risposta ‘è urgente?’ Ovvio che era urgente, si sentiva completamente sottosopra, i pensieri le si accavallavano uno sull’altro ed era estremamente inquieta per non riconoscersi nei suoi gesti del giorno prima, ma soprattutto per l’epilogo glaciale di quella sbandata che ora la impensieriva e non poco su quello che sarebbe accaduto da lì in avanti. Ma come poteva riassumere tutto ...