1. Hayashi


    Data: 01/02/2024, Categorie: Etero Autore: Akai, Fonte: RaccontiMilu

    ... verso il comodino e cercando nel cassetto tirò fuori una sigaretta, che portò direttamente tra le labbra e subito si sentì il click dell’accendino, l’odore agro di fumo già l’avvolgeva quando poi cadde di nuovo con la schiena sul letto. Come ricordandosi di non essere da sola si voltò verso di lui e prendendo la sigaretta tra indice e medio gliela porse ‘No, non fumo.’ le disse lapidario, Silvana cambiò espressione, come se la bolla di piacere le fosse scoppiata davanti agli occhi lasciandola con una leggera angoscia di aver rovinato tutto ‘Scusa, la spengo subito” provò a rimediare voltandosi di nuovo verso il comodino per raggiungere il posacenere. Rimase un attimo sospesa quando lo sentì alzarsi dal letto ‘Non importa, posso fare una doccia?’ ‘Sì.’ rispose d’istinto senza pensare e, con ancora la sigaretta pronta per essere spenta, lo vide raccogliere i propri vestiti ed uscire dalla stanza. Rimase immobile all’ascolto, sentì l’acqua della doccia correre e poi la porta della cabina chiudersi. Non aveva chiuso la porta del bagno, pensò, i suoni erano troppo nitidi, era davvero un ragazzo sicuro di sé. Mettendosi seduta sul letto e riuscendo appena a riflettersi allo specchio del comò finì la sua sigaretta assaporandola in grandi boccate. Quando tornò nella stanza si sorprese nel trovarla vestita, quasi, doveva ancora chiudere qualche bottone alla camicetta. Si guardarono ma era come se non si vedessero. ‘Sei pronta?’ le chiese sapendo già la risposta ‘Sì, andiamo.’ ...
    ... Attraversarono la casa in silenzio, lei prese la borsa e poi uscirono. Il viaggio in macchina fu altrettanto silenzioso e malinconico, si era rotto qualcosa, qualcosa che da passione trasformò tutto in freddezza. Ogni tanto, brevemente, lo sbirciava in volto e lo trovava serio, troppo serio, e quando si accorgeva dei suoi sguardi, invece di voltarsi anche lui o di dire qualcosa, semplicemente si irrigidiva e così lei distoglieva di nuovo lo sguardo non riuscendo proprio a capire cosa avesse fatto di così sbagliato da farlo comportare in quel modo. Il parcheggio della discoteca era deserto, tranne che per una macchina, la sua. Marco gli parcheggiò di fianco. Che dire ora?! Avevano percorso così tanta strada senza dire nulla che quel silenzio era diventato doloroso ‘Grazie allora” le uniche due parole che le uscirono, ma perché aggiungere allora? Che senso aveva? Per la prima volta da quando erano in casa si voltò verso di lei ‘Di nulla.’ sempre lapidario, sempre troppo duro, ma almeno aveva detto qualcosa. Lo guardò fisso cercando di dire qualcos’altro ma non le veniva nulla in mente e le sembrava che lo stesse innervosendo con la sua presenza ‘Vado allora” aprì la portiera e scese, nell’indecisione rimase un attimo ferma poi chiuse la portiera ed andò alla propria macchina. Avrebbe almeno potuto salutarlo, del resto anche lui avrebbe potuto salutarla ed invece nulla’ Entrò in macchina e si stupì nel vederlo ancora fermo lì a scrutare i suoi movimenti, la metteva a disagio, cosa stava ...
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