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    Data: 28/01/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... egli si abbeverava alla sua fonte menandosi il cazzo. Fu avido di me ed io bramavo con tutte le mie arterie irrorate.
    
    Goran. Il mio Goran si era perduto li sotto e mormorava la parola amore. Io restavo tenacemente accasciato su di lui, con le braccia ripiegate e tese ai bordi dello scafo godendo del suo unguento salivare. Volli socchiudere le ciglia e restare sommerso nel mio stesso deliquio. Vibrante dalle folgori dei miei stessi fremiti, io guardai umido l’altrove dove balenavano le gocciole di luce sulle acque increspate del lago.
    
    Ero liquido. Vaneggiavo con la lingua di Goran sotto di me, perduta nel mio recesso e mi libravo nei luoghi incavati attorno a noi. Aspirai l’aria profondamente e infine cedetti schiantandomi sul suo viso ebbro sopra cui mi aresi. Ma egli seguitò, nell’asfissia e nell’unguento salivare. In tutto questo il mio Goran aveva qualcosa di prodigioso. E volteggiavo nei brividi per le fresche selve arboree dipinte sopra il lago, dispiegai per i rialiti e i pianori, spiccai per solchi verticali delle vette nervose, e ancora più in alto, fino a perdermi felice nelle alte plaghe del cielo.
    
    Ero compiutamente aperto sulla sua faccia quando eseguii l’alzata sulle ginocchia tremanti. Vacillavo dalle vertigini che mi parve di finire oltre il ciglio della carena.
    
    Lo fissai, com’era bello vederlo perduto in quelle sue nitide iridi cangianti e con quella sua barba poi, di ruggine ubriaca, pregna di noi, imbevuta di saliva e sudore.
    
    Andai di là, ...
    ... sopra di lui, accecato dalla voglia della sua carne di cazzo, ed umido piegai le ginocchia. Mi affondai in lui.
    
    Ero aperto eppur lo strinsi. Posai i palmi sul suo petto e come guerriero felice cavalcai quel fascio di carne nel mio ventre. Lo sentii rigonfiarsi nel moto delle cosce, quasi che il mio ventre serbasse al suo interno una anfibia creatura sovrumana.
    
    Allargai le braccia, strinsi le mani ai bordi della chiglia e frustai con le mie vertebre perchè il bacino si agitasse con foga. Il mio uomo disteso contrasse i muscoli e ripiegò il collo vigoroso. Dominavo il mio guerriero e con rabbia quasi gli ingiunsi di non venire, mentre dal mio labbro colava il filamento di saliva per la troppa eccitazione.
    
    Ma poi mi chiese di restare immobile, ed io così feci, pur che gli spermi bramosi chiamassero all’appello gli spermi dormienti. Volevo spremerlo. Restai fermo nell’avvinghio delle sue braccia forti, poi lui contrasse l’addome e levò la schiena e così mi strinse la vita incrociando le braccia, si che premendo i talloni sospinse il suo fascio di carne nel retto con tale eccitazione che provai i brividi diramarsi dai lombi.
    
    Era convulso, agitato, eccitato come non lo era mai stato e mi vibrava la verga nel retto che mi disposi a maschio sul maschio. Poi la stretta si fece così forte che mi mancò il respiro ed egli schiantò per sempre il pube alle natiche spremendosi compiutamente.
    
    Poi ricadde.
    
    … Il fuco aveva compiuto l’atto sulla sua regina…
    
    Ansimavamo di bocca ...
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