1. 008 o . b . l . i . v . i . o . n .


    Data: 28/01/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... lenzuola.
    
    Era un deliquio il mio, che mi legava fatalmente a quell’uomo imponente, come ad esito preciso di matematica perfetta che mi rimandava pago alla genesi del mondo.
    
    In una parola, ero felice.
    
    Un giorno entrai in laboratorio ma non lo trovai. Allora cercai lungo la rena del lago, salii sul ciglione più ripido e vidi la goletta del mio uomo nelle acque lontane. Stava provando la tenuta all’acqua di una carena disegnata da lui.
    
    Peccato, mi dissi. Avrei voluto esserci anch’io. Ma poi a pensarci bene come avrei potuto, in meno di un ora sarebbe incominciata la lezione di nuoto con padre Oblin, un prestante istruttore polacco di origini russe giunto da poco in istituto.
    
    Avevo un atavico terrore dell’acqua nonostante fossi coraggioso a superare l’ansia che mi dava, e padre Oblin si dimostrò tuttavia paziente nei miei riguardi, anche se talvolta mi seduceva con quella sua corporeità e quella sua intenzionale cupidigia negli occhi.
    
    Padre Oblin aveva una complessione tarchiata, un fare sicuro e muscoli in lega di titanio. Aveva tendini tesi come corde di acciaio alle braccia e alle gambe vigorose e in acqua era bestia anfibia. E’ inutile riferire che tanta vigorosa corporatura non poteva non esplicarsi ugualmente nei volumi del suo basso ventre, dove il costume lucido cedeva ad una massa genitale che incuteva sgomento, sevizia e concupiscenza.
    
    Ma questa sua apparenza così piena si dissolveva nell’acqua nella celerità di una mangusta. Aveva negli occhi una ...
    ... luce cerulea, feroce, a tratti sinistra. Avvolte mi pareva che quegli occhi restassero aperti sul mondo come a guardare un vuoto che gli stava davanti, e questo mi metteva molta soggezione. Era di poche parole, e aveva come una impervia natura umana nella cui vacuità apparente del suo sguardo potevano dimorare oscuri propositi dormienti. La sua presenza e la sua vicinanza, così come il suo tatto quando mi spiegava le tecniche della buona bracciata, mi suscitavano insieme tormento e disagio di una violazione. Temevo di restare impigliato nella geometria tesa dal ragno e cedere all’infedeltà.
    
    Dov’era il mio Goran. In quei momenti io pregavo che venisse a chiamarmi. Io non volevo, mi sentii come carnalmente soggiogato in desideri notturni indicibili, e chiesi al buon dio di conservarmi forte al cospetto di insane corruzioni.
    
    Un giorno ero solo in piscina. Nuotavo per tenermi lontano dall’ansia. Si che in fondo alla vasca vidi annebbiata dall’acqua la figura di padre Oblin che aperta la porta s’era fermato sul ciglio della piscina. Egli si denudò dei suoi abiti, mostrò l’arroganza delle sue forme in costume nero, si tuffò, e nuotando al mio stesso ritmo mi raggiunse. Non dissi nulla. Egli nuotando mi guardava con sorriso compiaciuto. Davamo bracciate sincrone. Risuonava solo il silenzio delle nostre bracciate in quel luogo desertico.
    
    Nuotavamo come due bestie marine, lentamente… fatalmente. Ecco…. ecco che mi accorsi che egli disperse nell’acqua la propria urina, ed io ...
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