1. IL SOSPETTO


    Data: 04/02/2018, Categorie: Voyeur Autore: giessestory, Fonte: xHamster

    ... confidenziale.
    
    Poi, proseguirono mentre, il custode usciva, a piedi, e s’infilava in una vecchia Panda, parcheggiata poco più in là.
    
    Dopo un minuto il piazzale era sgombro, vuoto … ed io non sapevo che pesci pigliare. Ero troppo esposto.
    
    La macchina delle donne era sparita, avevano raggiunto, di certo, il parcheggio sotterraneo. Mentre cercavo di raccapezzarmi in quella strana situazione, una grossa auto sfrecciò, decisa, al mio fianco. Senza indugi s’infilò nel cancello e, poco dopo, sparì nel garage.
    
    Continuavo a lambiccarmi il cervello. Che fare?
    
    Se fossi entrato anch’io, mi avrebbero notato di certo … ero più che sicuro che, nel parcheggio, chiuso al pubblico, non ci fossero altri che loro.
    
    Decisi di farmela a piedi … l’eventuale scusa? La moto in panne: cercavo qualcuno che potesse prestarmi un attrezzo, magari una chiave di candela.
    
    Come sapete, questi piazzali ingannano, e mi ritrovai a percorrere un enorme spazio prima di arrivare al parcheggio. Per fortuna non vidi nessuno e nessuno mi notò.
    
    Ricordai che esistevano vari ingressi, uno, in fondo, forse di emergenza, portava al piano sottostante tramite una doppia rampa di scale. Era tutto aperto, abbandonato, così scesi, cercando di non fare rumore.
    
    C’erano solo due macchine. Quella di Patrizia e, a una decina di metri, più in fondo, la macchina che era entrata dopo di loro. Ma forse, tra esse, non esisteva alcun collegamento.
    
    Ero lontano, non vedevo niente di preciso.
    
    Mentre cercavo ...
    ... di avvicinarmi alla meglio, lo sportello destro dell’auto sconosciuta si è aperto … ancora niente, poi, una figura femminile, abbigliata in modo appariscente, scese e tornò verso la Mercedes.
    
    Non era possibile sbagliare: la donna indossava un abito rosso, corto, che a stento le copriva il sedere; le cosce tonite e indisponenti, svettavano, sulle decolté, dal tacco vertiginoso, era Marina!
    
    La parrucca biondo-cenere non m’ingannava … e il mio cuore si fermò.
    
    Da quel momento tutta la scena diventò del tutto surreale.
    
    L’auto si allontanò velocemente e anche le ragazze uscirono.
    
    Sedetti sulle scale per riprendermi: mi sembrava tutto così assurdo.
    
    Tolsi il casco che mi opprimeva il respiro. Ormai non m’interessava più di nascondermi: ero suo marito, avevo il diritto di sapere.
    
    Quando mi ripresi, mi avviai, cercando di tenere un passo regolare, attraversando il buio, tra i pilastri di cemento.
    
    Un rumore … l’auto di Patrizia che tornava. Istintivamente mi nascosi in un punto più buio.
    
    Gli avvenimenti si succedettero così vertiginosamente che non riuscii più a lasciare il mio nascondiglio: ero ipnotizzato dalle scene che mi si presentavano.
    
    Da poco prima di mezzogiorno, fino a dopo le sedici, ben sette vetture, si avvicendarono nel parcheggio sotterraneo.
    
    Alla guida c’erano uomini, in una soltanto una coppia, molto matura.
    
    Marina, mia moglie e, a volte, anche Carmela, l’estetista, raggiungevano le vetture e … che dire? Mi vengono i brividi solo a ...