IL SOSPETTO
Data: 04/02/2018,
Categorie:
Voyeur
Autore: giessestory, Fonte: xHamster
... restia … all’epoca facevo di tutto per tornare presto a casa.
Mia moglie era abbastanza tranquilla rispetto a eventuali rischi: sapeva che non mi appassionavano le ragazzine. In effetti, la baby sitter aveva appena diciotto anni ed io oltre quaranta.
Però in Patrizia, a parte le forme fisiche, c’era qualcosa di libidinoso … che mi attraeva; era come una calamita, non potevo farci nulla.
Era bassina, un corpo non bello nonostante l’età. Aveva i fianchi larghi e le gambe magre; enormi seni che, come avrei scoperto dopo averla vista nuda, erano ancora più grossi di quanto potessi immaginare. Da vestita, la poveretta, usava degli accorgimenti per schiacciarli, in effetti, sembrava grassa, ma non era così: era tutto seno.
Le areole, abbastanza pronunciate, di un bel marroncino e i capezzoli, schiacciati, si mantenevano all’interno di quelle grosse masse morbide. Una volta eccitati, spuntavano, e svettavano come grosse dita puntate.
La cosa che mi attraeva, in lei, era la falsa freddezza con cui rispondeva alle mie avances.
Tutto cominciò proprio a causa del seno. Da uomo maturo, esperto, mi finsi interessato al suo problema e lei, dopo le prime schermaglie, accettò di parlarne.
Qualche giorno dopo, con la scusa di convincerla a non farsene un problema, la stupii. Tornai a casa con un DVD porno e glielo mostrai: era recitato da tettone esagerate, come lei.
Volevo rassicurarla. Le mostrai le immagini e poi le chiesi se mi faceva vedere le sue; lei disse che ...
... si vergognava ma non fu un vero no.
Era una ragazzona di paese, magari ancora vergine, e così mi sembrò facile attirarla verso il mio desiderio. Vedere filmini divenne un’abitudine.
Ricordo che lei fissava i suoi grossi occhi azzurri sulla TV e non li staccava più, come rapita.
Cominciai a tentare i primi contatti fisici e, con mia sorpresa, non si tirò indietro. Era sul divano ed io iniziai a toccarla. Quando mi resi conto che non si ribellava, mi alzai e, preso dalla brama, le misi, di fianco al viso, la rappresentazione palpabile della mia eccitazione.
Patrizia si lasciava guidare però partecipava meccanicamente. Il suo sguardo restava fisso, il suo viso non mostrava espressione: sembrava una sfinge.
Fredda e distaccata, continuava l’opera che io le avevo indicato, procedendo con una sconcertante determinazione, fino a portarmi all’orgasmo.
I nostri rapporti iniziarono così: con la sua mano che viaggiava, decisa e precisa come uno stantuffo.
Attenta, raccolse il seme nel palmo della mano libera e, dopo, si andò a lavare.
Io, persa l’eccitazione, mi ritirai di sopra e non aggiunsi nulla. Due giorni dopo, quando le diedi il suo mensile, aggiunsi una banconota a parte, che voleva rifiutare. Con una scusa la convinsi.
Ripensandoci poi, il suo atteggiamento, che al momento mi aveva dato quasi fastidio, divenne un tarlo fisso. La sua freddezza mi eccitava e non mi faceva trovare pace. La pensavo nelle pose più sconce: lei immobile e passiva ed io che ne ...