1. Questo sono io - 3. nemmeno un briciolo di pietà


    Data: 29/12/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: FinnTanner, Fonte: Annunci69

    ... lingua e mi prese un vuoto allo stomaco.
    
    Allora mi sollevò, in quella posizione il mio buco era esposto e indifeso, completamente in sua balìa.
    
    Sfiorò appena il mio buchetto con la punta della lingua, e quando trattenni il respiro perché ero sicuro che avrebbe iniziato a leccarmi, lo sentii ridacchiare, e prese a sfregarmi rudemente con la barba ispida del mento proprio intorno al buco e sulle natiche.
    
    “Ah!” Gridai sorpreso. “Aspetta, che fai? Fermo, fermo…” Iniziai a contorcermi nella sua stretta. Era una specie di solletico doloroso che non avevo mai provato e che non riuscivo a sopportare.
    
    Quando lo implorai di fermarsi mi morse l’interno coscia vicino alle palle. “No, no! Dai, adesso basta però. Ho capito, ti ho detto che mi dispiace. Mi dispiace!” Gridai di nuovo, dimenandomi.
    
    Ignorando le mie suppliche, continuò a mordermi, graffiarmi e leccarmi in punti casuali dall’interno coscia al sedere, a volte piano a volte forte, e non sapevo mai dove sarebbe stato il prossimo, e se mi avrebbe fatto solo rabbrividire oppure gridare. Quando la sua lingua bagnata si fermò davvero sul mio buco ormai non avevo più neanche un briciolo di forze. Mi stava letteralmente riempiendo di saliva.
    
    Aveva lo sguardo offuscato quando si sollevò su di me. Avrei voluto dire qualcosa, ma le parole mi si bloccarono in gola mentre si sbottonava i pantaloni con impazienza. Il suo cazzone saltò fuori spesso e pesante e ingoiai rumorosamente a vuoto. Non ero ancora pronto. Come si ...
    ... faceva ad essere pronti per qualcosa di simile?
    
    “Non preoccuparti,” disse con voce roca. “Proverò a fare piano.”
    
    Scossi la testa, ammutolito. Non suonava affatto convincente. Volevo sollevarmi e prendergli il cazzo in bocca per guadagnare un po’ di tempo e provare a cambiare posizione. Mi sentivo fin troppo vulnerabile in quel modo, senza nessuna possibile via di fuga.
    
    Marco però anticipò la mia mossa, prima che me ne rendessi conto mi bloccò le braccia sollevate sopra la testa con una mano, mentre con l’altra frugava alla cieca accanto al letto. Senza mai staccare gli occhi dai miei. Quando sentii il metallo freddo sui polsi era già troppo tardi e mi ritrovai bloccato in quella posizione, ammanettato alla testiera in ferro battuto del suo letto.
    
    “Ma cosa…?” Provai a protestare.
    
    Mi zittì chinandosi su di me e coprendo la mia bocca con la sua.
    
    “Sei in arresto.” Disse mordendomi il labbro.
    
    Mi baciò di nuovo. “Non hai diritto a un difensore.”
    
    “Non hai diritto di avvalerti della facoltà di non rispondere.” Continuava a informarmi dei diritti che non avevo lasciando una scia di baci sul mio collo e poi sul petto.
    
    “Non hai nessun diritto, sei mio!” Disse sopra il capezzolo e iniziò a succhiarlo dolcemente.
    
    Inarcai la schiena per il piacere, alla ricerca di un maggiore contatto con il suo corpo. Lui strinse tra i denti il bottone di carne sul mio petto e tirò indietro la testa finché il capezzolo non sfuggì dolorosamente dalla sua morsa.
    
    Sentii le palle ...
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