Questo sono io - 3. nemmeno un briciolo di pietà
Data: 29/12/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: FinnTanner, Fonte: Annunci69
... poteva anche scordare.
Si fece ancora più vicino, ormai le sue labbra erano solo a pochi centimetri dalle mie.
Provai a sporgermi per baciarlo ed evitare di rispondere, ma la sua stretta me lo impedì.
“Allora cos’è che vuoi?” Ripeté.
“Io…” ero un debole.
Marco mi guardava fisso negli occhi, in attesa.
“Voglio che mi scopi.” Alzai un po’ la voce.
Sorrise compiaciuto. “Anche se ti farò male?” Chiese colmando la breve distanza che ci separava. “Anche se ti farò piangere?” Sfiorò le mie labbra. “Implorare?”
Finalmente iniziammo a baciarci sul serio.
Mi spinse sul letto senza interrompere il bacio e le sue dita volarono sul mio petto, sui fianchi e mi artigliarono il culo. Questa volta, però, non avevo intenzione di restarmene con le mani in mano e iniziai a tastargli i pantaloni, strattonandoli per aprire i bottoni.
Quel bacio stava diventando sempre più vorace. Infilò le mani sotto la mia maglia e un attimo dopo mi ritrovai nudo dalla vita in su. Mi abbracciò e continuò a stringermi il culo da sopra i pantaloni con entrambe le mani.
Ne approfittai per insinuarmi nei suoi, afferrandogli il cazzo che aveva già iniziato a diventare duro.
Si lasciò sfuggire un gemito quando presi la sua asta in una mano e gli avvolsi delicatamente le palle con l’altra.
Iniziai subito a masturbarlo piano. “Non m’importa.” Sussurrai tra le sue labbra. “Voglio farlo comunque.”
Inspirò rumorosamente ed emise una sorta di basso ringhio minaccioso. Il suo intero ...
... corpo sembrò farsi ancora più massicciò incombendo su di me. Adesso non potevo più tirarmi indietro.
Quando il suo cazzo pulsò tra le mie dita in piena erezione rallentai. Era fuori misura, spesso e pesante, e in quel momento mi sembrò ancora più grosso. Mi ritrovai a rabbrividire anche se lo desideravo con ogni fibra del mio essere.
“Sei spaventato,” Marco mi lesse dentro come aveva fatto sin dal primo giorno. “Ma non avere paura… sarò gentile, all’inizio.”
Avevo appena firmato la mia condanna.
Mi spinse a sdraiarmi sul letto e quasi mi strappò di dosso i pantaloni della tuta. Una volta libero, il mio cazzo duro e arrossato tornò indietro come una molla a schiaffeggiarmi l’addome. Marco non perse tempo, si chinò fra le mie gambe, sollevò l’asta con una mano e la prese tutta in bocca fino alla radice. Fu come un fulmine sparato dritto al cervello. Inarcai la schiena e gemetti ad alta voce, contorcendomi. Mi irrigidii artigliandogli i capelli sulla nuca quando iniziò a succhiarmi avidamente.
Era insopportabile. Troppo bagnato, troppo caldo, troppo stretto. E intanto aveva anche iniziato a giocare con le mie palle. Credevo di morire.
Invece, con un ultimo forte risucchio mi liberò lasciandomi stravolto. “No!” Gridai lamentoso in preda alla frustrazione. Perché proprio ora?
Non feci in tempo a chiederglielo.
Prese in bocca una delle mie palle. Non me lo aspettavo e istintivamente avrei voluto chiudere le gambe, per proteggermi. Lo sentii giocarci con la ...