All I Want For Christmas
Data: 12/08/2018,
Categorie:
Etero
Autore: RunningRiot, Fonte: EroticiRacconti
... il silenzio interrotto solo dai miei singhiozzi. Mi sentivo come Papa Francesco il Venerdì Santo del 2020, durante il lockdown: da sola in mezzo a uno spazio immenso.
Eppure non ero sola. Anzi. Per tutto il giorno non avevo visto l’ora che Luca arrivasse. E adesso che era arrivato io non facevo altro che piangergli addosso.
Ogni tanto ho le mie malinconie. Strane, per essere malinconie, perché poi capita che mi agito e sono nervosa, incazzosa. L’ho già scritto. E magari qualcuno avrà pensato che ho scritto una stronzata, ma è proprio così: penso di allontanare questa malinconia agitata con il sesso, scopami-e-calmami. Il bello è che qualche volta funziona pure, ha anche un fondamento scientifico, ormonale. Ma quella volta no. Non poteva funzionare.
Piangevo perché avevo paura che il Mostro fosse tornato. Erano giorni che questa paura mi cresceva dentro e adesso era diventata panico. Ognuna (ognuno) reagisce a modo suo, mi hanno detto. Ma c’è una manifestazione classica del Mostro: la malinconia, appunto, la tristezza, la convinzione che il piacere sia qualcosa di molto futile e che non valga la pena cercare. E che comunque sia una cosa che non ti riguarda. Puoi avere avuto tutte le più belle esperienze del mondo ma questa idea ti si fissa in testa e non schioda. E’ una battaglia dura, quella con il Mostro. Perché non vuole farti dormire, non vuole farti mangiare, non vuole farti studiare, non vuole farti vedere le amiche, non vuole farti divertire. Ti vuole tutta ...
... per sé, sei sua. Poi, di colpo, ti molla. Anzi, più che mollarti ti dice va’ via, mi hai rotto il cazzo, vai a rompere i coglioni a qualcun altro. E tu ci vai, perché non ti sembra vero, di colpo ti senti forte e in grado di fare tutto, anche se in realtà non combini quasi nulla di buono. Perché in fin dei conti è sempre il Mostro che ti controlla.
Poi sì, finalmente se ne va. Ma tu sai che può tornare, che ritornerà prima o poi a impedirti di vivere. Ogni quanto? Per quanto? Chi lo sa, forse non lo sa nemmeno lui. A lui che cazzo gliene frega, si diverte. Si diverte con me.
E’ un bel casino, è una condizione disordinata, fatta di eccessi di varia natura. Anche geniali, a volte. Un po’ li controlli, un po’ no, un po’ sei convinta di controllarli ma non è così.
- E come si cura? – ha domandato Luca.
- Con le pillole, con le medicine… ti stabilizzano.
- Le prendi?
- Certo che le prendo… cioè, qualche volta no.
- Perché?
Eh, perché. Come facevo a spiegartelo? Come reagiresti se ti dicessero che devi fare una cosa per forza. Forse per tutta la vita? Non ti viene mai da dire vaffanculo a tutto? E poi a lungo andare è rischioso, devi starti a bucare il braccio ogni tot per controllare i dosaggi. Non te l'aspettavi, eh? Una tipa un po' strana, a volte, d'accordo, ma questo... Sapessi come ci sono rimasta io quando me l'hanno detto. Anzi, spiegato. Io non sapevo manco cosa fosse. La sottile ipocrisia dei dottori: "disturbo", "disordine"... ma chiamatela malattia ...