1. Club Tlazo – Capitolo 6


    Data: 15/09/2023, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... Un ultimo rapporto, ma con me. Miriam tirò su con il naso un liquido che sembrava sperma, aveva lo stesso aspetto dello sperma, lo stesso odore, la stessa consistenza. – Va bene… – accettò, singhiozzando. La mano-serpente accarezzò la guancia della ragazza, lasciandone un brivido. – Brava, piccola mia… Miriam sentì l’odore fetido dell’inguine della vecchia diminuire mentre l’attrice si allontanava. Provò a seguirla con lo sguardo, ma non riuscì a capire dove stesse andando quando si eclissò dietro una sua spalla. Sentì comunque un armadietto aprirsi e chiudersi, e il rumore di qualcosa che sembrava plastica tendersi e poi schioccare. Quando la rivide tornare, il paio di mutande nere in gomma che la vecchia indossava spiccava quasi quanto il grosso cazzo che vi pendeva davanti, in una erezione eterna iniziata da quando era uscito da uno stampo a iniezione. Miriam ebbe un moto di fastidio nel vederlo, che aumentò quando notò che in una mano della donna era presente un altro cazzo di gomma, forse leggermente più piccolo, provvisto alla base di quelle che sembravano delle lucine led. Il pitone si strofinò di nuovo sui capelli rossi. – È necessario, lo sai, per la tua Golden Card. Le proteste di Miriam morirono in un singhiozzare che a stento trattenne. – Brava, piccola mia – sussurrò la vecchia, prima di scomparire un’altra volta. La ragazza, quando sentì di nuovo la sua voce, comprese che si trovava tra le sue gambe. – Quanti uomini hanno amato la mia piccola… – disse la ...
    ... vecchia, e non con il tono di voce che avrebbe avuto per tranquillizzare bonariamente la nipotina per una piccola cicatrice su un ginocchio quanto con un’invidia che sfiorava la rabbia. – Ma adesso sarò io ad amarti, piccola mia. La ragazza sentì il suo utero dilatarsi, la sborra scivolare, quasi schizzare fuori per l’oggetto che vi stava facendo il suo ingresso. – Cosa… – cercò di dire la rossa, ansimando, mentre sentiva le pareti della sua fica cercare dolorosamente di contenere quel cazzo di plastica. Lo percepì entrare ancora più in profondità, come se avesse intenzione di scoprire se potesse stare tutto nella passera. Quando finalmente pose fine alla sua avanzata, la speranza di Miriam che fosse finito quello strazio fu tale da farle sfuggire una risata. – Ti piace, piccola mia – domandò la vecchia. – Sono davvero belli i cazzoni grossi, ho ragione? Ma ti piacerà ancora di più, adesso. La ragazza si chiese cosa stesse dicendo la donna, quando improvvisamente la sua fica parve impazzire, scossa da qualcosa che sembrava un terremoto al dodicesimo grado della scala Mercalli. Il suo riso divenne un grido ansimato, mentre gli occhi si serravano e così le dita sullo spigolo dell’ara. Fu un dolore spaventoso, come se l’avessero prese a martellate all’interno della fica e, al contempo, quel fastidio che si provava quando si toccavano le labbra screpolate con la lingua. Poi, all’improvviso, dal dolore emerse, al pari di una luce che diventasse sempre più intensa attraverso le crepe di ...
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