Pericolosi capricci 2
Data: 09/09/2023,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... ed ignoti del sesso e dell’amore; dovrai pazientare e sopportarmi per il resto della vita, purtroppo per te!”
“Chi ti dice che sarò io a sopportare te? Come al solito, ti arroghi i diritti dei maschi e ignori che c’è una mia precisa volontà in tutto; ho pazientato anni, in attesa che i due facessero il passo falso per prendermi il tuo amore; adesso mi spieghi tutto, parola per parola, movimento per movimento, piacere per piacere; voglio darti tutto e prendermi di più; sarai tu a dovere sopportare la mia pressione fino alla morte; non mi stancherò mai di fare l’amore con te; ci sto troppo bene con te dentro.”
E’ una cavalcata indimenticabile; si amano per alcune ore e si limitano a copulare alla missionaria; non vogliono affrettare niente; sanno che avrebbero avuto davanti giorni meravigliosi; si incontrano spesso in quell’alcova dove portano tutto l’amore che sanno esprimere e tutte le esperienze vissute; in quegli incontri, lei gli chiede il coito anale più dolce della sua vita, perfeziona la sua abilità nel praticare la fellazione e si bea dei cunnilinguo più deliziosi che potesse immaginare.
Si costruiscono anche meccanismi perversi per passare insieme tutto il tempo possibile; addirittura, si inventano viaggi di lavoro che durano un week end per rifugiarsi in angoli di paradiso, alcuni dei quali Alfredo aveva fatto visitare anche a me, prima che perdessi la Trebisonda; appena è possibile, lui parla con la figlia e si incontrano a casa sua, spesso incuranti ...
... della presenza di Lucia nell’altra camera.
Io, invece, vivo con grandi stenti la mia condizione; sparito Angelo dal mio orizzonte di vita, non ho riferimenti; non avrei mai ammesso che mi mancava soprattutto mio marito che da sempre è stato il mio pilastro, il riferimento, il compagno di viaggio, l’amico pronto a sostenermi; nel mio ottuso e smisurato orgoglio, non avrei mai ammesso di avere bisogno del mio ‘tiranno’ e finisco per agitarmi inutilmente tra le mie povere cose.
Sola, senza un amore, con pochissimi soldi, disperata, posso rivolgermi solo a mia figlia, unico filo che mi lega a mio marito e alla vita, se non voglio prostituirmi o gettarmi sotto un treno; la telefonata mi costa infinite coltellate e sofferenze; è spietata, all’inizio, e mi copre di contumelie; a mano a mano che le mie lacrime sincere ed amare la convincono del dolore, si va smussando il rancore che ho scatenato e alimentato; la figlia prende il sopravvento sull’avvocato e decidiamo di incontrarci.
Mi fa appuntamento in un bar del centro, noto per essere ritrovo della borghesia ‘bene’ del territorio; mi avverte che saremo un gruppo numeroso e che si farà chiarezza su tutti i punti delle questioni che riguardano non solo noi tre, io lei e suo padre, ma anche altre persone coinvolte; non riesco a capire dove voglia andare a parare; ma mia figlia ha preso molto da me e da suo padre; mi lascia dubbi e raccomanda puntualità.
Al bar, mi chiedono cosa voglio bere e mi indirizzano ad una saletta ...