Pericolosi capricci 2 - Racconti Erotici

Pericolosi capricci 2

... privata, dove trovo già seduti ad un tavolo rotondo mio marito e mia figlia, Miriam con Angelo e un giovane sconosciuto; mi siedo senza neppure curarmi di salutare e ritiro il te che avevo ordinato; a quel punto, Miriam avverte che il ragazzo ignoto è un figlioccio di suo padre, che conosce da quando era molto piccolo e per il quale è stata in qualche modo, se non madre, quanto meno sorella maggiore.

L’unico a dimostrare disagio per l’inaspettata presenza è Angelo che forse ha capito più di noi tre; Miriam è assai serena, quasi soddisfatta; il giovane esordisce confermando quello che lei ha detto in presentazione ed aggiunge che è lì su mandato di don Pasquale, padre di Miriam, che ha avuto notizie poco rassicuranti da un investigatore incaricato di fare luce sulla situazione tra sua figlia, suo marito e gli amici con cui si è costituita una realtà ambigua.

In pratica, il padre ha saputo che il genero ha intrecciato una relazione adulterina con me, in conseguenza della quale mio marito e mia figlia sono andati a vivere altrove; per uno strano gioco della sorte, Alfredo e Miriam hanno iniziato una relazione assai profonda che suggerisce di definire con chiarezza la rottura dei due matrimoni naufragati fissando i termini delle separazioni; propone alla figlia di procedere senza porsi problemi economici; scatto sulla sedia.

“Che diavolo sta dicendo questo ragazzo? Tu e Miriam? Quando, come, perché? Mi accusi di avere un amante e tu hai già costituito un’altra coppia, ...

... forse un’altra famiglia?”

“Cara mamma troia e imbecille, stai ferma e zitta se non vuoi che porto in tribunale le tue colpe vere; stai parlando a quattro esperti; quello che hai definito ‘ragazzo’ è mio collega di studi, sta per laurearsi in legge, come me; mio padre è il migliore avvocato del tribunale e Miriam è dirigente dello studio legale di una grande impresa; i poveri impreparati siete voi due che avete scatenato il terremoto; ora pagate i danni e state zitti se non volete finire massacrati in un processo; ti è chiaro, bambolina?”

“Come ti permetti di chiamarmi troia e bambolina??!?”

“Se finisci in tribunale, deporrò io contro di te e dimostrerò al giudice che una sciocca sventata che soffre della sindrome di Peter Pan si è sempre rifiutata di crescere, si è inventata i soprusi di un marito che l’ha trattata sempre da madonna sull’altare e si è fatta mettere sotto da un caprone; se davvero, come hai pianto stamattina, vuoi essere aiutata a uscire col minimo danno, il meglio da fare è stare zitta e pagare tutti i conti che ti verranno addebitati; se vuoi appellarti alla giustizia, fai con comodo …“

“Ma capisci che, mentre io minacciavo di fargli le corna, tuo padre stava già costruendosi un’alternativa importante … Hai ragione, sono stata io la stupida; dopo tutti i discorsi che avevamo fatto sull’amore represso tra loro due, avrei dovuto immaginarlo, che sarebbero finiti a letto insieme; l’avete fatto anche voi nel letto matrimoniale?”

“ ’sappi che faccio ...