L'Uomo Nero
Data: 05/08/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Judicael Ouango, Fonte: EroticiRacconti
... piacere, il mio sguardo seguiva le linee dei nostri corpi, scendendo fino al mio cazzo ricoperto dei suoi umori lattiginosi. Strani disegni che cambiavano ogni volta che uscivo ed entravo in lei. Con le mani la tenevo per le caviglie per far sì che rimanesse con le gambe ben alzate ed aperte. Crocefissi dal piacere. Il nostro ballo diventò un valzer, e poi una danza tribale indiavolata.
Lei era sopra di me, il suo sudore la rendeva lucente, le sue mani appoggiate sul mio petto, i suoi occhi diritti nei miei. Si muoveva sul mio cazzo lentamente, rabbrividiva facendomi rabbrividire. Poi cominciò a cavalcarmi con un movimento spasmodico. Mi guardava entrare in lei, era come ipnotizzata. Si era messa sulla punta dei piedi, e mi prendeva. Attenta ad ogni centimetro della mia verga scura che entrava nelle profondità rosa della sua vagina. Anch’io guardavo. Era un contrasto perfetto.
Facemmo l’amore fino all’alba e venimmo più e più volte. La mattina, mi diede il passaggio. Lo staff della squadra era in piedi ad attendermi; sospeso per due settimane. La prima di una lunga serie di sospensioni e multe.
Poi, ebbi diciott’anni. Ero pieno di rabbia, pur avendo l’assoluta certezza di avercela fatta, il mio risentimento contro la società non era scemato. Eppure, avevo tutto; una Ferrari, una villa, parecchi soldi in banca.
Essere ribelle non é una scelta, ma un atteggiamento di difesa che siamo obbligati ad adoperare. E, ormai, avevo difficolta a sbarazzarmene. Non volevo ...
... più essere un ragazzaccio, non ne avevo più bisogno, ma quel senso di rabbia aveva messo radici in me, e spesso, esplodeva in modi brutali e irragionevoli. Come quando buttai via la maglia di una grande squadra perché avevano osato sostituirmi all’ultimo momento. Il calcio era la mia soluzione personale, il mio campo di battaglia, non volevo anche lì, essere scartato. Il guaio è che all’inizio i miei modi provocatori mi diedero ancor più fama. Cosi, mi sentii autorizzato ad essere me stesso, senza controllo. Investito da un talento poco comune, speranza del calcio italiano che si divideva tra le fazioni dei pro “coloured” e di quelli contrari, ero costantemente sotto pressione. Insultato e osannato. Spesso, un insulto fa talmente tanto male che mille carezze non ne attenuano il bruciore.
Amavo le donne. Dare ascolto alla propria carne è essenziale per l’equilibrio. Essendo un calciatore professionista, questa mia passione viscerale mi portava a trasgredire spesso. Finivo continuamente sui giornali, multato, o messo da parte. Distrussi la mia carriera per colpa dell’unico modo di protestare che conoscevo; la disubbidienza. Fui sballottato da una squadra all’altra. All’inizio tutte famose, ma ne combinai così tante dentro e fuori il campo che nel giro di una decina di anni, finii a giocare nelle fila del Brescia. Ironia della sorte.
Ancora oggi ho difficoltà a gestire la rabbia. Sono fortunato, è vero, ma quella fortuna nasce da questa rabbia. Su ogni campo mi ha spinto ad ...