L'Uomo Nero
Data: 05/08/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Judicael Ouango, Fonte: EroticiRacconti
... addirittura lei. Le sue sole amiche erano le donne senegalesi che facevano le treccine a lei e a mia sorella. Erano, però, persone di basso livello culturale, esperte del loro mondo, ma lontane da quello in cui vivevano. Non parlavano l’italiano quasi per niente e continuavano a vivere quasi pressoché stesso modo del loro paese di origine; dalla cucina, al rito del tè, alle preghiere. Quando accompagnavo mia madre da loro, entravo in un mondo per me magico. Fatto di odori, di voci alte, di tante risate, di cibo, carezze, con la colonna sonora di una lingua che non capivo, il film di una vita ove non si facevano differenze.
Era l’unico luogo in cui mi sentissi completamente accettato. Così era anche per mio il fratellino e la mia sorellina. Allora, visto che Bergamo ci aveva abituati al rifiuto, l’accettazione totale ci meravigliava.
Credo che mia madre restò per noi. Cercò di convincere mio padre a cambiare paese, ma lui era reticente. Avrebbe dovuto ricominciare la sua carriera dai ranghi più bassi, asseriva. Mia madre, invece, era dell’opinione contraria, diceva che la sua esperienza era un strumento che qualunque altra casa automobilistica nel mondo avrebbe pagato a caro prezzo. Mia madre naturalmente aveva ragione, ma mio padre era scoraggiato. Non si aspettava questa guerra ai colori nel paese dei bianchi. Era rimasto schiacciato dall’ignoranza della gente e i suoi tentativi di integrarsi erano perlopiù falliti. In tutti quegli anni era riuscito a stringere ...
... amicizia con due persone. Mio padre non frequentava famiglie nere. Non credo lo facesse di proposito. A parte il fatto che avesse oggettivamente pochissimo tempo libero, non frequentava per niente quei luoghi dove gli africani venuti in Italia senza arte né parte erano soliti riunirsi. Si limitava ad andare avanti, giorno dopo giorno, senza nemmeno ricordarsi più quale fosse la direzione da intraprendere. Nel frattempo, aveva investito a Kinshasa. Aveva già comprato alcuni appartamenti che gli rendevano bene. Soldi con i quali poteva prendersi cura di parte della sua famiglia e di quella di mia madre. Con il suo stipendio, seppur consistente, affrontava le spese qui in Italia. Dalle nostre scuole, alla casa. Era un uomo buono. Sorpreso dalla vita, dalla sua durezza allorché si era giocato le carte migliori, era demoralizzato. E non riusciva a dare conforto a mia madre che era completamente distrutta.
Crebbi dunque così. In una bella casa, con dei genitori appassiti ed arresi alla realtà, in una società bergamasca dichiaratamente ostile alla pelle nera.
Crebbi dovendo affrontare problematiche che non erano mie. Screzi propri del mondo degli adulti che ricadevano su di me, sui miei fratelli, su tanti altri ragazzini e bambini come noi, colpevoli solo di essere figli di quei genitori. Nel corso dell’adolescenza, il rifiuto riscontrato quasi ovunque, si trasformò in rabbia. Ogni uomo ha precise responsabilità, e quando viene meno a quelle, viene messo sotto accusa... giudicato. Io ...