Madre tardona e figlio Sissy: vita da schiave
Data: 04/08/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Dominazione / BDSM
Incesti
Autore: Lampadina85, Fonte: RaccontiMilu
... all’improvviso Carlo la tolse non visto dalla tasca e disse di averla recuperata dalla scrivania dell’amico.
“Sono molto scortese se le chiedo di bere un po’ d’acqua?”, chiese a Marina.
Andarono in cucina e lì Carlo chiese: “Non è che, per caso, è rimasto un po’ di caffè?”.
“No, ma se vuoi te ne faccio uno al volo”. Non sapeva perché, ma la presenza di un giovanotto in casa la lusingava. Oltre a tutto, tra un paio d’ore sarebbe dovuta andare fuori a cena con degli amici e si era vestita in maniera “spigliata”: gonna al ginocchio, camicetta attillata, reggiseno push-up che mostrava il suo seno in tutta la sua gloria ed autoreggenti per finire. Non si vestiva così solitamente ma dopo quella sera di piacere sentiva il bisogno di mostrarsi donna, che andasse al diavolo il suo quasi ex marito infedele. Si sentiva perciò all’altezza di un ruolo molto femminile.
Quando andò al lavello per riempire la caffettiera, Carlo la seguì e si posizionò a pochi centimetri dietro di lei. Marina capì che se si fosse mossa avrebbe sfiorato il corpo di Carlo. Oddio quanto era tentata di farlo!! Eppure non era che un ragazzotto, un amico del suo Giuseppe. Mise i suoi bollenti spiriti in un freezer mentale e cercando evitare quel contatto, anche dopo aver riempito la caffettiera rimase immobile. La cosa la infastidiva e la eccitava insieme.
“Vai pure a sederti”, gli disse, “ti porto io il caffè quando è pronto”. La voce tremò leggermente e le sembrò di un’ottava più alta rispetto al ...
... suo solito facendola sembrare decisamente emozionata e nervosa, come una verginella al primo rodeo.
“Preferisco star qui. Magari posso aiutarla”, sussurrò Carlo e il fiato caldo la colpì sul collo.
Marina si sentiva in prigione: da una parte il lavello, dietro di lei il corpo sodo e giovane di Carlo. Due anni che non faceva sesso, due anni senza le mani di un uomo… Si girò con aria di sfida.
“Lasciami andare al fornello. Sennò come faccio a prepararti il caffè?”.
Carlo taceva e non si spostò. La guardò fisso negli occhi. Poi lasciò uno spazio minimo per Marina. Se lei avesse voluto andare al fornello avrebbe dovuto strusciargli contro.
Marina si insinuò in quello spazio ma, nel farlo, dovette sfiorare il corpo di Carlo. Lui si mosse in avanti di appena un millimetro, ma sufficiente a far sì che il suo membro si appoggiasse al fianco di Marina. Lei si accorse della esagerata erezione e ebbe un attimo di esitazione. Lui ne approfittò e la strinse a sé baciandole il collo.
“Ma cosa fai? Sei matto?”, reagì Marina tentando di divincolarsi ma senza troppa forza. La sua era la voce della ragione e lo sforzo per bloccare il suo corpo che bramava il ragazzo fu incredibile.
Ma le mani di Carlo la tenevano ben stretta e poi le labbra del ragazzo cominciarono a cercare la sua bocca. Avvertiva il calore emanato da quel giovane muscoloso, il suo incredibile profumo e quelle due braccia come tronchi che la bloccavano con il suo petto. Potè sentire distintamente la figa ...