1. La vera nuziale 1


    Data: 02/08/2018, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... partecipazione; lui le parlò di una legatoria che cercava una persona per piccoli lavori di revisione di testi da stampare, soprattutto tesi di laurea; la paga misera consentiva però di fare la scelta; fecero appuntamento per provare.
    
    “Devo andare in bagno. Mi accompagni?”
    
    Il suggerimento era perfino smaccato; non aveva bisogno di tanta esperienza, Tancredi, per cogliere l’invito; la prese per un braccio e andarono direttamente alla cabina per gli invalidi, di cui conoscevano bene la destinazione; Clorinda, che davvero aveva bisogno di svuotare la vescica, si sfilò disinvoltamente il perizoma e sedette sulla tazza; prese lui per i fianchi, lo portò davanti a se e aprì la cerniera del jeans; tirò fuori una mazza notevole, mezza ritta, e la baciò delicatamente.
    
    Era un’artista del pompino e non le ci volle molto a rendere il cazzo più duro di un palo di cemento; se lo godette a lungo, dalle palle alla punta, leccandolo delicatamente e facendolo entrare tra le labbra socchiuse come in una figa strettissima; lo guidò con la lingua verso tutte le cavità della bocca, lo succhiò come un bastone di zucchero e spinse con forza in avanti la testa per portare la punta ben oltre l’ugola; lui le prese le tempie e la guidava nella fellazione; la fermò e chiese.
    
    “Hai problemi a scopare’?”
    
    “No; aspetta che mi pulisco.”
    
    Staccò dal rotolo un tampone di carta igienica, si pulì la figa, si alzò e si appoggiò al lavandino.
    
    “Mi piace di più farlo a pecorina; puoi anche ...
    ... tastarmi le tette, se ti va.”
    
    Lui era felicissimo che la sua posizione preferita fosse anche quella di lei; le prese fra le mani le tette di una terza taglia piena e le palpeggiò con amore, afferrò i capezzoli e li strofinò tra pollici e indici; lei cominciò a colare di piacere; lui staccò una mano dal seno e guidò il cazzo alla figa che trovò allagata; spinse con decisione e sentì la cappella urtare la cervice dell’utero; cominciò una cavalcata saporita e intrigante; impiegò pochi minuti a sborrare mentre lei faceva altrettanto con un urlo ferino.
    
    Bussarono alla porta mentre lei si asciugava la figa dalla sborra che colava; lui si pulì alla meglio e richiuse il pantalone; attese che lei indossasse il perizoma e tornarono al tavolino; Clorinda gli chiese se, dopo la scopata, si rimangiava i discorsi sull’ipotesi dell’appartamentino; lui ribatté che non era tipo da scherzare su certi temi; ribadì l’appuntamento in legatoria e la prevenne che, se otteneva il posto, avrebbero fissato i termini della coabitazione.
    
    Andò bene; i corsi seguiti da lei per la laurea in Lettere ne facevano la figura ideale per quel lavoro; stabilirono il part time, una retribuzione che le offriva possibilità di fare il salto e nel giro di una settimana poterono firmare il contratto per l’affitto; prima, naturalmente, stabilirono un punto incontestabile per coabitare; ciascuno poteva scopare dove come e con chi voleva ma nessuno dei due doveva azzardarsi a farlo nella loro abitazione, se non per ...
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