1. La fede d'onice


    Data: 21/06/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: PassivoOspitale85, Fonte: Annunci69

    ... era, come mi sarei accorto in seguito.
    
    Così abbiamo scambiato i nostri numeri.
    
    Per tutto il mese successivo, ci siamo sentiti ogni giorno.
    
    Mi scriveva il mattino, e durante il giorno. Ogni sera, mi chiedeva di stare con lui, in videochiamata.
    
    Ogni sera, dovevo essere a casa, da solo, per lui.
    
    III Piano
    
    Avverto l’ascensore fermarsi.
    
    Siamo arrivati.
    
    Ti lancio un’occhiata interrogativa, ma tu non rispondi al mio quesito inespresso, che non cogli nemmeno; stai armeggiando con le porte dell’ascensore, sembri frettoloso di uscire.
    
    Questo è un qualcosa che abbiamo in comune.
    
    Cerco le chiavi di casa, e ti seguo sul pianerottolo.
    
    Vorrei mi dicessi qualcosa, qualunque cosa, ma seguiti a stare in silenzio; d’altronde, io non è che stia facendo di meglio.
    
    Apro la porta e ti invito a entrare. Conosci bene il mio appartamento: l’hai visto ogni giorno, per un mese, attraverso le nostre videochiamate.
    
    Ti accomodi sul divano, tenendo il cappotto fra le braccia; mi permetto di prenderlo, e di andare ad appenderlo in camera.
    
    Avverto chiaramente il tuo profumo, agrodolce.
    
    Torno da te. Sei seduto, immobile, e mi fissi. Mi sento trapassare da quella bufera che ti esce agli occhi. Sono in forte disagio, ed evito il tuo sguardo.
    
    “Vuoi il caffè?”
    
    Con la coda dell’occhio, ti vedo asserire; non apri bocca.
    
    Accendo la macchinetta dell’espresso, e prendo due tazzine. Prendo lo zucchero, che ho comprato per te, perché so che il caffè ti piace dolce, ...
    ... al contrario mio.
    
    Ti do le spalle, e mi concentro su ciò che sto facendo, sentendomi impacciato.
    
    Anche se non posso vederti, SO che stai continuando a fissarmi: percepisco come delle lame di gelo, trafiggermi le costole.
    
    Vorrei ti alzassi, mi venissi incontro, mi abbracciassi e mi chiedessi scusa.
    
    Ovviamente, non lo fai.
    
    Ti porgo la tazzina dopo averci messo due cucchiai di zucchero, come so che desideri.
    
    La prendi, e senza smettere di fissarmi bevi il caffè, in una sorsata.
    
    Bevo la mia dose, pensando che la barriera linguistica sia molto più ostica di quanto avessi considerato. Mi ero convinto che, di persona, sarebbe stato più semplice comunicare, ma sbagliavo. Non riesco a pensare nemmeno nella mia lingua, figuriamoci in un’altra.
    
    Mi alzo poggiandomi delicatamente sul tuo ginocchio, per andare a posare le tazzine; ma tu mi prendi la mano, e mi fai sedere su quello stesso ginocchio.
    
    Poi mi circondi la vita con un braccio, e con la mano mi afferri il fianco.
    
    Infili la mano sotto il jeans, impugni la mia cresta iliaca, e qualcosa nei tuoi occhi gelidi si accende. Non è quella luce malevola, ma è puro e semplice desiderio.
    
    Ti piace il fatto che sia snello, che abbia la vita sottile, le cosce esili, e le creste illiche in rilievo; me l’hai detto, più volte. Ti piacciono magri, asciutti, leggeri.
    
    Mi pesi sulle tue ginocchia, mi tasti; e vedo l’eccitazione scaldarti il viso.
    
    La mia fiamma risponde alla tua, facendomi dimenticare tutte le ...
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