Violagode, capitolo 4: la cameriera
Data: 13/06/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: bettatroietta, Fonte: Annunci69
... il bagno. Che splendida scopata! Non sono mai stata con quattro uomini, è semplicemente meraviglioso.
Mi ripresento con il trucco rifatto, preparo il caffè e lo servo. Il mio padrone mi mette due pinze ai capezzoli, questa volta senza pesi ma con due campanellini. “Così sentiamo sempre dove sei. Ora vai a fare le faccende di casa, schiava.”
Io faccio del mio meglio, ogni tanto uno dei quattro mi chiama per un veloce pompino, una sculacciata o solo per infilarmi qualche dito nel culo o nella mia vagina per poi farselo pulire con la lingua.
Pulisco a fondo la cucina, poi al piano di sopra mi fanno preparare prima una camera e poi svuotare la mia per lasciar posto a uno dei due ospiti. “Ti diremo poi dove dormirai stanotte, cagna.” Io eseguo ogni ordine al meglio, ma spesso anche solo per un’inezia vengo sculacciata sul posto. Una volta, siccome mi sono dimenticata di rispondere concludendo la frase con “signore” o “padrone” mi hanno fatto mettere a quattro zampe ed ho ricevuto cinque sonore frustate sul culo, mentre i campanellini ai capezzoli tintinnavano. La cosa è servita, ho ripreso il lavoro con molta più solerzia.
Il gioco continua fin verso l’ora di cena, io ho fame e sete, li supplico più volte di darmi ancora sborra ma l’unica cosa che ricevo in cambio sono schiaffi, sculacciate o tirate di capezzoli. Si fanno succhiare, me lo infilano nel culo più volte, ma mai purtroppo si lasciano andare fino a darmi il loro sperma.
Ad un certo punto il padrone di ...
... casa annuncia: “Per la cena questa volta non ho cucinato, ho chiamato un ristorante qua vicino e sta per arrivare il ragazzo con la consegna. Rivestitevi tutti, rendetevi presentabili.” Poi rivolto a me: “Tu no, troia, lo accoglierai così, sistemati bene le tette e mi raccomando quando arriva il fattorino dagli anche le spalle per fargli vedere che non è una gonna ma un grembiule, fai vedere che sei senza mutande.”
“Come vuole, padrone.”
Quando suonano al campanello ordinano al ragazzo con la telecamera di nascondersi, “non vorremmo mettere in imbarazzo quel povero fattorino”.
Io apro e sono vestita con la divisa da schiava-cameriera: tacco a spillo, calze a rete, guepierre con reggicalze, le tette ben esposte, il grembiule che copre solo il davanti, il collare ANAL QUEEN e i campanelli ai capezzoli. Apro la porta e di fronte a me c’è un ragazzo pachistano o indiano, avrà una trentina d’anni, una barbetta incolta e due occhi sgranati e fissi sulle mie tette.
“Dia a me.” Gli dico, prendendo le buste di cibo, girandomi poi e sculettando fino alla tavola. Le appoggio con gesto plateale, piegandomi ed offrendo la vista del culo nudo. Chissà, forse si vede anche che ho l’ano sfondato?
Torno da lui che è immobile e silenzioso sulla porta. “Quanto è?” Lui rimane in silenzio e non stacca lo sguardo dalle mie tette, io gli sollevo il mento e guardandolo negli occhi ripeto: “Quanto è?”
Lui farfuglia qualcosa di incomprensibile, poi toglie da una tasca uno scontrino: ...