Le mie storie (106) - Racconti Erotici

Le mie storie (106)

... con forza a spingerlo il più possibile, dopo qualche momento di esitazione, mi s**tta come una sensazione di “dominanza” e inizio ad accontentarla anzi, ripensando a come mi ha sfondato la bocca e la fica poco prima con il suo uccellone, cerco di renderle, per così dire la pariglia. Stringo i denti sul labbro inferiore e muovo quel finto cazzo dentro e fuori dal suo sedere con sempre maggiore veemenza, ma più lo spingo dentro e più Maria sembra essere contenta anzi mi impone di continuare senza fermarmi un momento. Cambio mano perché la sinistra è ormai stanca, con la destra mi trovo meno a mio agio, non so neanche quanto tempo abbia passato ad incularla, ma mi è sembrata un’eternità! Finalmente sento il suo respiro velocizzare sempre di più, con voce tremante mi annuncia che finalmente anche lei sta per avere il suo piacere… Sorrido soddisfatta mentre mi rendo conto di essere riuscita di infilarglielo praticamente tutto quanto. Adesso è lei ad essere sfinita sul materasso, con un sorriso compiaciuto le chiedo se sono stata brava, mi risponde tirando in ballo anche figure religiose. Per quanto mi riguarda la serata, anzi nottata potrebbe finire tranquillamente li, con me che brandisco ancora in mano, a modi trofeo, il cazzo di gomma; ma c’è un piccolo particolare, che tanto piccolo non è, anzi… Il suo manganello è bello sveglio, diritto come un palo della luce. Mi siedo ai bordi del letto ed incomincio a rimettermi le autoreggenti, mentre tiro su la seconda sento, dietro le ...

... sue braccia che mi cingono il collo e mi agguantano le tettone mentre mi si appoggia con i suoi seni e soprattutto con il suo uccello dietro tutta la schiena; le dico che si è fatto tardi, ma giocando con il lobo dell’orecchio mi fa capire che ha ancora voglia, anzi è molto eccitata. Mentre faccio finta di respingerla, quando in realtà so già che cederò, mi rendo conto che Maria dal punto di vista dell’attrazione fisica/sessuale rappresenta la perfezione: da una parte la delicatezza e la sensualità di una donna, dall’altra l’irruenza, la focosità e l’energia dell’uomo il tutto condito con il suo membro da cavallo che, cercando di riuscire a gestirlo, è davvero tanta roba per divertirsi. Tornando alla nottata, mi ritrovo a masturbarla mentre lei fa lo stesso con me; le mie mani percorrono su e giù tutta l’asta enorme in tanto le sue dita affondano nella mia patata, abbondantemente bagnata. Mi giro verso di lei, sollevo un po’ le ginocchia e mi Accomodo sopra la sua cappella, che velocemdente sparisce dentro di me; faccio su e giù sopra di lei, infilando il quell’enorme palo sempre più dentro, ma proprio mentre credo di avere in pugno la situazione, lei si solleva dal materasso, si mette in ginocchio e mi chiede, o meglio ordina di girarmi. Lo faccio in silenzio, senza dire una parola; le mie braccia poggiate sullo schienale poco dopo devono attutire le ripetute spinte della suo membro nella mia povera micia, ma il piacere è talmente forte che la invito a metterlo sempre più ...