1. Nei panni di mia madre - 7. finale.


    Data: 11/06/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69

    ... mani di uno stuolo di porci depravati … Si ritrova anche in situazioni paradossali e grottesche, sai? Le fanno di tutto poverina … Perfino quelli che le sono più vicini!” Aggiunse scandalizzato.
    
    “Oh”. Risposi. “E … come finisce?”
    
    “Finisce male”. Sentenziò il vecchio. “Muore carbonizzata, colpita da un fulmine … Invece sua sorella, Juliette, riesce ad avere una vita migliore … Lei è una che si sporca le mani, asseconda i depravati e non ne diventa vittima …”
    
    “Che storia!” Commentai.
    
    “Una ragazza dovrebbe riuscire a trovare un compromesso”. Suggerì il vecchio. “Ma non sempre le giovani di oggi vivono in ambienti sani che riescono ad educarle in questo senso …” Aggiunse sospirando.
    
    “Il risultato è che il mondo è pieno di Justine costrette a trasformarsi in Juliette …”
    
    “E già!”. Ribattei imbarazzato. “Lo so … cioè … immagino!”.
    
    “Senti …” Proseguì lui. “Tu mi sembri una ragazzina a modo … una in pieno stile Justine, per intenderci”. Specificò.
    
    I suoi occhi si fecero piccoli come fessure. “Ti va se proseguiamo questo discorso nella roulotte? Ho molti libri, sai, e mi piacerebbe farteli sfogliare visto che sei così interessata”.
    
    Percepii lo sguardo viscido che si posava sul mio collo e fui colpito dal fatto che, con la lingua, quell’uomo si stava asciugava la saliva che penzolava dalle ...
    ... labbra.
    
    “Pensaci”. Insistette. “Intanto io vado a pagare la colazione … anche la tua ovviamente”.
    
    Esitai per qualche istante, fissando il liquido nero in fondo alla tazza.
    
    “Devi andare”. Mi ordinò Lea. “È l’ennesimo porco … Oggi, magari, gli andrà male, perché si sta comportando così con te. Ma domani … ? Domani, probabilmente, troverà qualcuno che non è in grado di difendersi … Troverà un altro Leonardo”. Aggiunse. “Solo tu puoi fermarlo!”
    
    Quelle parole mi fecero riflettere.
    
    La mia amica aveva ragione.
    
    Improvvisamente capii che tutto quello che avevo passato non era accaduto per caso, ma che, in realtà, la vita aveva voluto indicarmi un preciso percorso di responsabilità.
    
    Mi sentii lucido come mai ero stato in precedenza e pienamente connesso con la mia metà.
    
    “Se farò quello che mi ha suggerito”. Mi dissi. “Consentirò ad un altro bambino di restare puro, senza che questo verme possa approfittarsene”.
    
    Mi decisi.
    
    Scartai la busta delle postate e ne estrassi il coltello. Lo nascosi dentro alla manica del giubbotto e continuai a sorseggiare il caffè.
    
    Il vecchio fece ritorno al tavolo dopo pochi minuti.
    
    Zoppicava e aveva il cazzo ancora visibilmente teso dentro ai calzoni.
    
    “Allora signorina!” Esordì splendido.
    
    I suoi occhi erano grigi come l’asfalto del parcheggio.
    
    “Che cosa hai deciso di fare?” 
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