1. La porta sul retro. 3a parte


    Data: 30/07/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Marla23, Fonte: Annunci69

    ... accesso verso l’interno della villa ed ebbe fortuna. Una seconda porta metallica permetteva l’ingresso ad una stanza di deposito. Una legnaia dalla quale si poteva alimentare la grande caldaia. Da lì partivano i tubi dell’acqua calda che un tempo alimentavano i termosifoni della villa. Perlustrò la legnaia e trovò un’altra porta, ma il chiavistello era chiuso con un lucchetto. Alberto non si perse d’animo e si guardò intorno. La sua capacità di individuare oggetti da utilizzare come strumenti provvisori di lavoro era una delle sue più grandi qualità nascoste. Intravide un arnese adatto allo scopo. Un attizzatoio in ferro battuto. Lo infilò di traverso nell’arco del lucchetto ed applicò tutta la forza che poteva, cercando di limitare il rumore. Il lucchetto non si apriva. Allora infilò la leva improvvisata nell’anello in cui si fissava il chiavistello e tirò verso il basso. Scardinò l’anello dal telaio senza fare troppo casino. Aprì uno spiraglio per vedere cosa ci fosse al di là della porta. Vide una stanza molto grande, forse una sala da pranzo. C’erano delle sedie impagliate ammassate su un lato. Un lungo tavolo al centro. Bottiglie, fiaschi e cassette della frutta sparse a terra. In fondo alla sala si notava una ringhiera, il parapetto di una scala. Improvvisamente sentì una porta aprirsi dal piano di sopra ed una la luce attraversò per un attimo la sua zona. Si tolse dallo spiraglio e si appiattì alla parete come fosse un geco.
    
    Poi risa, una serie di rumori secchi ed ...
    ... improvvisi ed un suono soffocato, come un mugolio disperato. Alberto sentì il sangue fermarsi e gelare. Poi la porta si chiuse facendo piombare di nuovo la sala nel più assoluto silenzio. Era evidente che qualcosa di efferato si stava svolgendo in una delle stanze del secondo piano. Chi aveva organizzato il tutto si era perfino preoccupato di fare insonorizzare quella stanza.
    
    Alberto sapeva di dover agire in fretta. Ogni istante perso poteva essere fatale per Valentina. Entrò nella grande sala da pranzo e raggiunse rapidamente le scale. Si fermò un attimo per respirare profondamente. Poi salì le scale due alla volta, arrivò in cima e si avvicinò alla prima porta del secondo piano. Appoggiò l’orecchio ed ascoltò. Anche la porta era insonorizzata ma qualcosa si riusciva comunque a percepire. Era lì che bisogna entrare, non c’erano dubbi.
    
    Mise la mano sulla maniglia, come se stesse aprendo una cassaforte. Lentamente, progressivamente. Aprì un filo e venne subito raggiunto da luce e rumori. Quello strano schioccare, schiamazzi ed urla soffocate. Che cazzo stavano facendo là dentro? Ma la stanza in cui aveva appena infilato lo sguardo non era occupata da persone. Sembrava piuttosto una sorta di camerino di teatro con vestiti di scena appesi e specchi illuminati dove truccarsi. Una rastrelliera di vestiti sgargianti e tuniche impediva di vedere oltre lo spogliatoio. Vide un uomo grondante di sudore e ricoperto di schizzi di sangue rientrare. Sembrava stravolto dalla fatica e ...
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