La porta sul retro. 3a parte
Data: 30/07/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Marla23, Fonte: Annunci69
... Non si fidava dell’architetto. Non perché gli avesse scopato la moglie già un paio di volte, ma perché sapeva che il tipo in questione era solo un bamboccio cresciuto nell’ovatta della Roma bene. Uno di quelli non abituati a mentire o a difendersi con le unghie, a prendere decisioni importanti. Aveva appena messo in moto quando maturò un giudizio definitivo. Questa storia puzzava di trappola e doveva correre a salvare sua moglie.
Impiegò mezz’ora a raggiungere villa Mondaini, un casone ormai diroccato in mezzo alla campagna. Erano Le dieci di sera mentre guidava all’impazzata sperando che non fosse troppo tardi.
Spense i fari ancor prima di raggiungere la villa. Doveva essere un’ombra. Entrare di soppiatto, fare tutto il necessario per uscire di corsa indenne con la moglie. Questo era il piano.
Sorrise in modo sarcastico. Ma che piano è? Si disse. Non era un piano in effetti, era una decisione. Aveva determinato che avrebbe salvato la moglie non sapendo esattamente come.
A duecento metri di distanza dall’ingresso del vialetto di accesso, accostò e spense il motore. Il viale era invaso dai rovi. Mentre si avventurava all’interno del giardino con le gambe piegate ed il passo lieve, ebbe una paura fottuta che i suoi movimenti fossero percepiti dagli abitanti di quella maledetta casa. La villa era un vero e proprio gioiello dell’architettura degli anni ’60. Moderna per l’epoca, presentava ampie vetrate in facciata ed un rivestimento in cortina di maiolica di colore ...
... rosso, un tempo particolarmente vivace. Era un fabbricato sgargiante e bizzarro con copertura a falde molto articolata, ricoperta di coppi di ceramica bianca e rossa. Nel giardino campeggiavano sculture di artisti quotati e a terra si percepiva ormai vagamente la presenza di una piscina di forma ellittica, sormontata da un ponticello.
La villa era quasi completamente al buio, si percepivano solo alcuni bagliori provenienti dal retro del fabbricato. Alberto ebbe un brivido lungo la schiena. La villa dava i suoi primi segnali di vita. Era un’occasione da non perdere. Tese la muscolatura e fece un respiro profondo, poi si mise a quattro zampe e si avvicinò nel buio al perimetro della villa. Raggiunse la parte illuminata sul retro. Si trattava della luce proveniente da una delle grandi vetrate del primo piano. Sentì delle risate e si immobilizzò. Venivano certamente da quella parte. Poi riprese coraggio e si mosse sempre carponi alla ricerca di un’apertura accessibile. Provò con una finestra al piano terra, ma era serrata dall’interno. Continuò a percorrere il lato illuminato con circospezione. Vide una porticina in metallo. L’accesso ad un locale tecnico, forse una centrale termica. Sfilò il chiavistello con la massima lentezza ed entrò rimanendo in silenzio e nella perfetta immobilità, per accertarsi che nessuno avesse notato il suo ingresso. Era effettivamente nel locale dove si trovava una gigantesca caldaia a legna. Sperò con tutto il cuore che il locale avesse anche un ...