L’atelier 1
Data: 19/05/2023,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... vedere neppure il sacco della spazzatura che puzzava terribilmente perché non era stato vuotato per giorni; fu mio marito a preoccuparsene, io avevo ben altro da fare; il successo mi aveva veramente fatto impazzire, specialmente perché avevo ricevuto numerose visite di clienti nell’arco della settimana.
Il paradosso era costituto dal fatto che nessuna avesse fatto delle ordinazioni; nella mia logica, questa competenza era sua ed io ne ero esente; quindi, qualunque cosa fosse successa, commercialmente, competeva a lui, che invece stava seguendo con cura meticolosa la nascita della nuova griffe, sotto la quale stava registrando tutte le sue nuove creazioni, che scoprii essere molte, ma anche trasferendo tutte le precedenti attribuite alla ‘nostra’ linea, di cui era detentore del copyright
In pratica, stava demolendo dalle radici la nostra creatura e stava mettendo in cantiere, quasi come la ingravidasse possedendola, la nuova griffe; seppi anche aveva un nuovo amore, Ines, direttrice del reparto abbigliamento di un grande magazzino, che io conoscevo solo di vista; subdolamente, alla festa dove pensavo di essere al centro dell’attenzione, stava facendo entrare, solo attraverso biglietti da visita, l’idea di una nuova griffe con la garanzia della sua firma.
Dopo il primo aperitivo, la mia attenzione era già concentrata su uno straordinario sconosciuto che mi aveva fulminato con uno sguardo di fuoco appena me l’avevano presentato anche se non avevo neppure capito il suo ...
... nome; Giancarlo che aveva colto la situazione nella sua interezza cercò di mettermi ancora una volta sull’avviso chiedendomi se mi preparavo a dormire ancora non sapevo dove e con chi; gli alzai il dito medio e non vidi gli sguardi di nausea delle signore clienti presenti.
Dopo il terzo aperitivo, ero io che concupivo lo sconosciuto; riuscii a malapena a vedere mio marito che usciva dalla sala con una meravigliosa femmina che mi pareva essere Ines; l’alcool e la convinzione che stessi celebrando ancora il mio trionfo mi impedirono di ragionare e mi portai l’uomo, che mi disse di chiamarsi Riccardo, nella stessa camera dove avevo copulato a lungo coi ragazzi.
Non era delicato come mio marito né tenero come i ragazzi; mi aggredì con un bacio possessivo, mi impose il sesso in mano ordinandomi di masturbarlo; mi fece abbassare e me lo ficcò in gola quasi soffocandomi; insomma, per alcune ore si comportò come il cliente che usa una prostituta, senza rispetto alcuno; solo lo stordimento che l’alcool mi aveva provocato e l’euforia stupida che mi animava, per la convinzione di vivere un momento magico, mi fecero apprezzare la cosa.
Quando si dissolse come un’ombra e mi lasciò sfinita, ancora mezza ubriaca, puzzolente di sudore e di sperma, mi sentii quasi liberata; subito dopo, però, mi assalì la nostalgia della vita matrimoniale; mi resi conto che l’errore era nato dall’alcool, ma che era anche colpa della mia stessa natura, se mi prostituivo ad estranei per imporre una mia ...