L’atelier 1
Data: 19/05/2023,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
Eravamo davvero una bella coppia piena di speranze io, Mirella, 25 anni, una straordinaria ragazza tutta curve, con una pettinatura dedotta dalla ‘Valentina’ di Crepax, con casco e frangetta neri, il viso piccolo ma graziosissimo, gli occhi che bucavano e un corpo da venere tascabile che ispirava tutti i sentimenti possibili dall’amore angelico alla passione più bruciante; e mio marito Giancarlo, 28 anni con un diploma dell’accademia di Pittura e tanta voglia di inventare, creare, organizzare.
Nonostante l’età giovane, eravamo riusciti a mettere su un atelier di moda e di accessori che prendevano corpo dai disegni straordinari di mio marito e che riuscivo a proporre, nel piccolo locale che avevamo preso in affitto, con tutto il fascino di cui ero capace; l’attività era decollata rapidamente e si era imposta in città come punto di riferimento per la borghesia agiata che ci faceva letteralmente la corte.
Guadagnavamo bene e decidemmo perfino di avere una casa tutta nostra impelagandoci in un mutuo congiunto pluridecennale cui eravamo certi di fare fronte con la qualità indiscutibile del nostro prodotto; avevamo un rapporto interpersonale decisamente ottimo; facevamo sesso assai volentieri e ci sbizzarrivamo come in un gioco da ragazzi che non finiva mai, sempre nuovo e ricco di scoperte.
Dei due, io ero la più fragile in tutto, dall’incapacità di organizzare alla mancanza di inventiva, dalla difficoltà a muovermi nelle scartoffie alla pigrizia quando si trattava di ...
... tirare somme e conclusioni; il dato peggiore, però, era che, quando bevevo un poco di più, mi si scatenava un istinto di depravazione che mi aveva già portato a far male a Giancarlo quando eravamo solo fidanzati, una decina di anni prima.
Una prima volta capitò in una festicciola estemporanea nel bar che frequentavamo con gli amici; dopo il terzo Daiquiri mandato giù con tanto rum per dimostrare alle altre di essere la migliore, mi trovai nel bagno con in mano la mazza nodosa di uno degli amici che mi pressò sulle spalle e mi costrinse ad accostare la bocca, non avevo succhiato nemmeno l’uccello di Marcello, fino a quel momento; ebbi un attimo di sbandamento.
Poi il liquore mi liberò dalle inibizioni e l’offerta del sesso mi si presentò come una sfida; leccai la punta e avvolsi tra le labbra la cappella; lui spinse il busto e mi infilò la mazza in bocca, fino alla gola, provocandomi disgustosi conati e un principio di soffocamento; catturai l’asta nella mano e la posi ad argine della sua violenza; diedi il via alla succhiata più bella che potevo; il poveraccio esplose rapidamente in una eiaculazione ricca che si riversò fin sul vestito che si macchiò.
Non contento della prodezza in bagno, l’imbecille andò immediatamente a raccontare agli amici che aveva scoperto che ero la migliore fellatrice della compagnia; il passaparola girò per tutta la sala con la velocità del vento; il volto cereo del mio ragazzo mi disse immediatamente che il vanto dell’amico era arrivato fino a ...