1. La lettera


    Data: 04/05/2023, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    “Giancarlo,
    
    scusami se mi servo di un mezzo così banale per mettere la parola fine a dieci anni di convivenza; ma non ho voglia di guardarti in faccia mentre ti confesso la ‘mia’ verità su questi lunghi anni che tu hai considerato felici e che io ho vissuto come una lunghissima, interminabile agonia a cui ho saputo dare un taglio solo qualche mese fa.
    
    Siamo partiti decisamente col piede sbagliato e con prospettive assai diverse; tu, a venticinque anni, quelli che avevi quando ci siamo sposati, avevi già in mente l’idea di una moglie che fosse socia e collaboratrice alle tue ambizioni di potere e di ricchezza, capace di amarti e di fare con te, e solo con te, cose turche nella camera a letto; insomma, desideravi, e pensavi che io condividessi con te e coincidessi, una donna che ti fosse amica, compagna, collaboratrice, complice e disinibita, ma solo con te.
    
    Io invece ti avevo scelto come marito perché, a vent’anni, come tutte le ragazze, vedevo solo la possibilità di ‘accasarmi’ con un uomo ambizioso, determinato, che cominciava a costruirsi un potere anche economico che mi avrebbe consentito di fare la bella vita; delle tue intenzioni, condividevo solo il desiderio di essere complice e disinibita, ma non solo con te; di vivere cioè una grande dissolutezza e l’amore come sesso libero; non credo di averti mai amato come tu intendevi.
    
    Quando io ti parlavo della possibilità di invitare a letto con noi uno dei tanti ragazzi, che erano al tuo devoto servizio, ...
    ... scegliendo quello più porco e meglio dotato per sbizzarrirci in giochi sessuali ad alto contenuto di libidine, tu fingevi di starci e ne parlavamo; ma, mentre io avrei voluto farlo sul serio, tu riducevi tutto a teoriche evoluzioni mentali per rimanere poi io e te fare sesso come avevamo sempre fatto.
    
    In dieci anni, non hai mai capito che io veramente immaginavo di fare entrare nel nostro letto, quando decidevamo di copulare, un giovane puledro con un sesso duro e voglioso perché potessi succhiarti l’uccello, mentre lui mi penetrava in vagina o nell’ano; di scambiarvi di ruolo e di posto perché potessi succhiare lui mentre tu mi violentavi avanti e dietro; di farvi organizzare per penetrarmi con la sua mazza in vagina mentre tu, sopra di noi, mi sfondavi l’intestino con la tua.
    
    Quando ti rappresentavo il mio desiderio di vederti inchiodato sulla poltrona a guardare, mentre io mi facevo sbattere da uno o più giovani eccitati, per invitarti poi a leccare dalla mia vagina e dall’ano lo sperma che vi avevano versato, tu ti lanciavi in dotte spiegazioni per dimostrarmi che il cuckold è un uomo tanto innamorato della sua donna da accettare qualunque umiliazione, da essere felice quando vede lei godere col sesso di un altro.
    
    Io davvero volevo da te quella prova di devozione che mi avrebbe ripagato di tutte le pazienti accettazioni del tuo punto di vista; ma tu eri reciso nel dichiarare che il tuo amore non aveva quella deformazione e che si manifestava per ben altri percorsi; ed io ...
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