1. Umiliare il mare


    Data: 27/04/2023, Categorie: Erotici Racconti, Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Autoerotismo Voyeur Autore: nonoval, Fonte: RaccontiMilu

    ... esplicito. E se ce l’avesse minuscolo? Il pensiero delle sue braccia, delle sue mani e delle sue spalle mi consola. Preparo il pranzo e mi metto a mangiare, mentre, seduta da sola al tavolo di legno in centro alla sala, un formicolio, un piccolo calore, inizia a riempirmi il basso ventre. Finisco di mangiare; la finestra è aperta, ma le tende sono tirate. Un po’ di vento entra da lì e viaggia fin sotto al mio vestitino, facendomi venire i brividi, quando si infila tra le mie gambe. Devo essere proprio bagnata. Non sparecchio, mi butto sul divano, sollevo un po’ il mio abito fin sopra i fianchi e mi tolgo le mutandine: un filo di umori, unisce il loro centro e la mia intimità. Sono davvero bagnatissima. Mi sfioro delicatamente e una scarica di piacere mi attraversa. Durante questa mattina in spiaggia mi ero calmata, ora il desiderio è tornato più forte di prima. Infilo piano un dito, con un lieve mugugno: entra facilmente. Saggio leggermente il mio interno, accarezzo le labbra esterne; poi non resisto: le mie dita cercano il clitoride, lo premono, ci girano attorno, causandomi brividi crescenti. Non riesco a fare a meno annunciare a voce alta il mio piacere; chi si trovasse a passare sotto alla mia finestra, mi sentirebbe, ma non mi importa nulla. Magari anche l’uomo di stamattina mi potrebbe sentire e ora, per quanto ne so, potrebbe essersi messo benissimo vicino alla finestra, ad accarezzarsi il cazzo da sopra i pantaloni, per poi infilare la sua mano dentro i boxer, ...
    ... estrarlo durissimo, stringerlo nel pugno e percorrerlo in tutta la lunghezza… Questo pensiero mi fa alzare il tono dei miei mugolii ancora di più. Vorrei proprio che mi sentisse e che si segasse ascoltandomi, fino a venire, tra gemiti soffocati, pensando al mio corpo nudo, ai miei capezzoli duri e vogliosi che ha visto stamattina. Le mie dita si muovono sempre più velocemente, non riesco quasi più a trattenermi dall’emettere un urlo liberatorio; il mio corpo si contrae, si inarca verso l’alto, mentre le mie dita premono furiosamente e si muovono in cerchio attorno alla mia fica. Quando la vista annebbia, so di stare per venire. Sollevo le braccia, mi interrompo. Mi nego quell’ultimo piacere, respiro sofferente, graffiando il divano. Gli occhi si inumidiscono di lacrime, per il desiderio negato. Voglio venire, voglio venire. Ma non vengo. Questo è masochismo puro; non riesco ad immaginare una sofferenza maggiore, una necessità così grande lasciata insoddisfatta. Come vorrei che ci fosse qualcuno che potesse spingermi oltre il limite della sopportazione, perché da sola non riesco a farlo: ad un certo punto è impossibile. Devo cedere e abbandonarmi all’orgasmo. Voglio qualcuno che mi stuzzichi all’infinito, giorni e giorni, e poi ancora, fino a quando non sono costretta ad inginocchiarmi disperata, a pregarlo di lasciarmi venire, di farmi il regalo di un orgasmo, anelato e finalmente liberato potentemente.
    
    Riprendo il respiro, la fica pulsante, gonfia di desiderio. Cerco di ...
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