1. Umiliare il mare


    Data: 27/04/2023, Categorie: Erotici Racconti, Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Autoerotismo Voyeur Autore: nonoval, Fonte: RaccontiMilu

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    Saluti, caro lettore o lettrice.
    
    Prima di iniziare, una precisazione: il linguaggio è di proposito colloquiale.
    
    Ad ogni modo, avendo io una parlata nordica, potrei non accorgermi di alcune espressioni particolarmente aberranti; nel caso ne troviate, non mancate di farmelo sapere.
    
    È un racconto di tre parti, quindi piuttosto lungo; questo non significa che non sia stato inteso per essere letto in una volta sola.
    
    . . . . . . . . . . . . .
    
    Oh, ecco il mare. Durante questo viaggio, si intravedeva a tratti, tra gli alberi e gli edifici che sfrecciavano rapidi appena al di là del finestrino del treno. Quando le porte si sono aperte sul paesaggio della mia destinazione, mi sono fatta trovare davanti all’uscita, assieme alla mia valigia bianca, assiepata di disegnini neri, vagamente antipatici. Avete presente quelle grafiche banali e irritanti? Ecco, la mia valigia è così: è piena di soli sorridenti, cuoricini, gatti, ombrelloni e così via. Ovviamente, non è una valigia che ho scelto io; o per lo meno, se l’ho scelta quando ero più piccola, ora non mi piace più. Ad un certo punto ho preso a riempirla con adesivi di qualche band che ascolto e scarabocchi vagamente psichedelici: cose che hanno fatto arrabbiare mia madre e dirle: “Luna, perché cazzo devi rovinare così le cose?”. Ora inizierò a metterci degli adesivi dei luoghi che visito. Penso proprio che inizierò a viaggiare un po’ di più dopo questa maturità. E ...
    ... per viaggiare, intendo viaggiare senza la famiglia.
    
    Scendo dal treno e, cellulare alla mano, mi dirigo all’indirizzo che mi aveva fornito la mia amica. Beh, venire qui in effetti è stata una decisione un po’ affrettata. Ero tra le ultime a fare la maturità e non avevo programmato praticamente nulla per queste vacanze, visto che il pensiero degli esami occupava ogni prospettiva, come se al di là di quelli non fosse esistito nient’altro. Da quando ho saputo il voto sono passati due giorni, prima che Angelica mi chiedesse di raggiungerla in Liguria. Lei aveva già preso un appartamento lì e mi aspettava. La prospettiva di raggiungerla al mare non era male, sicuramente meglio che restare a casa abbracciata al ventilatore. Nel momento in cui ho ricevuto quel messaggio, ho scrollato l’afa dal mio corpo, mi sono diretta al computer, ho afferrato la carta di credito dei miei e ho preso il biglietto del treno. Erano al lavoro, nemmeno ho chiesto il permesso, ma tant’è. Mi sono appena maturata, me lo perdoneranno. E poi il mio voto non era nemmeno malaccio, che cazzo. Tempo un quarto d’ora le avevo risposto: “Domani sono lì, mandami l’indirizzo, troietta”.
    
    Mentre cammino per questo paesino, il sole del primo pomeriggio mi abbaglia; sfodero i miei nuovi occhiali da sole: non sono ancora abituata ad averli, la miopia mi ha impedito di portarli per molti anni. È pieno di case assiepate l’una contro l’altra, quasi addossate alla spiaggia sassosa e noto con un discreto piacere la ...
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