1. Come ho scoperto di essere bisex


    Data: 27/04/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: Sailor72, Fonte: Annunci69

    Ricevo da un amico e pubblico il seguente racconto che io trovo molto carino.
    
    Avevo 22 anni ed ero ricoverato da una decina di giorni all’ospedale perché ultimamente ero dimagrito un po’ troppo. Non c’era nulla grave ed era solo stress ma in quei giorni ancora non si sapeva e venivo sottoposto a vari esami. I dottori erano austeri e seriosi oltre misura mentre le infermiere e gli infermieri erano abbastanza simpatici, ad eccezione della caposala che era una specie di brutto cerbero aggressivo.
    
    Per il giorno dopo era previsto un esame radiologico dell’apparato digerente mediante l’ingerimento di solfato di bario che si doveva bere sotto forma di bicchieroni subito prima e tra gli scatti. Dato che la sostanza sarebbe risultata opaca ai raggi x, la sua discesa avrebbe mostrato nelle lastre la esatta conformazione delle mie interiora...
    
    Per poter avere il massimo risultato, occorreva anche che io fossi a digiuno da almeno 24 ore e che avessi fatto almeno due clisteri da due litri l’uno per liberare l’intestino da qualsiasi cosa non fosse il malefico bario. Il primo clistere me lo aveva fatto nel pomeriggio una rude e anziana infermiera venuta da un altro reparto apposta per praticarmi questa tortura. Mi aveva anche fatto un po’ male con quei suoi modi non delicati, oltre alla fastidiosa sensazione di gonfiore procurata dal liquido fino a quando non lo avevo espulso.
    
    Erano ormai circa le 23,30 e io non ero affatto di buon umore. Mi dava fastidio lo sfintere e, a parte ...
    ... la colazione del mattino, non avevo mangiato nulla a pranzo … e nemmeno a cena! Avevo fame ma avevo ottenuto solo del the, per giunta senza zucchero per ordine della perfida caposala che sicuramente si divertiva ad inventare regole peggiorative solo per tormentare il paziente di turno.
    
    Dalle 22 era di turno solo Mario, un infermiere che mi stava abbastanza simpatico anche se lo conoscevo poco. Si trattava di un uomo gentile sui quarant’anni alto, magro e con una notevole zazzera riccioluta che gli dava un’aria poco seria. Mario si era da poco affacciato alla porta della camerata per dirmi che a mezzanotte avremmo fatto il secondo maledetto clistere da due litri e che stava già intiepidendo la soluzione.
    
    Puntuale come una cambiale in scadenza, subito prima della mezzanotte Mario fece la sua comparsa trascinando uno sputnik su rotelle che sorreggeva la sacca della soluzione tiepida destinata ad entrare nella mia pancia. A questa collegò una cannula e mi disse di togliermi i pantaloni e le mutande e di sdraiarmi sul letto stando sul fianco sinistro, con la gamba destra piegata in maniera che il ginocchio destro toccasse il materasso. Eseguii rassegnatamente in attesa del mio destino.
    
    Contrariamente ai modi bruschi e sbrigativi dell’infermiera del pomeriggio, Mario mise della vaselina sul beccuccio della cannula e delicatamente lo spinse attraverso il mio sfintere, senza provocarmi alcun dolore. Io che invece mi ero aspettato di sentire male, girai la testa verso di lui ...
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