Blade: nel Bayou
Data: 24/07/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... piccolo prezzo da pagare. Le strinsi le natiche. Gemiti estatici da me e da lei. Lussuria per due. Desiderio puro e animale. Mi graffiò il petto. Le strinsi un seno. Si chinò di nuovo a baciarmi. Boccate di saliva. Respiri roventi a fior di pelle, ansimi di bocche quasi a contatto. Lei sorrise. Si sfilò da me, distendendosi su un fianco. Mi leccò collo e petto. La rovesciai. Mi misi tra le sue cosce e presi a possederla. Salutò la mia invasione con un gemito compiacente. Mi chinai su di lei, sempre affondandole dentro. Lei mi strinse, le sue braccia si chiusero a morsa su di me. Desiderio puro e semplice. Volevo venire. Riempirla, goderle dentro come un animale. Le sue unghie mi affondarono nella schiena. Aumentai il ritmo. Affondai nel suo ventre sentendola venire per la seconda volta. Mi morse il collo. Le morsi la spalla quando venni a caldi fiotti nel suo ventre. Poche volte avevo goduto in modo tanto intenso. Poi mi levai, gettandomi accanto a lei. Socchiusi gli occhi. La nera sorrise, appagata e soddisfatta. Si alzò. C’era un po’ di sperma che colava dalla sua vulva. -Faccio una doccia. Mio cugino non deve sapere.-, disse. Annuii. Scivolai nel sonno senza quasi accorgermene.
Mi svegliai poco dopo. Jeanie era uscita. Mi alzai. Feci la doccia. Avevo la testa vuota. Stavo bene. Era ora di andare a cercare Ojambe.
Saltai la cena, preferendo recarmi verso la palude. Cercai un posto isolato. Accesi un fuoco. Uccelli volavano nel cielo notturno. Feci i segnali. Stava ...
... per piovere ma me ne fregai. Ero lì per mettere fine a quella faccenda. Quando iniziò a piovere, mi spalmai il viso di mota e cercai di mimetizzarmi. La pioggia prese a cadere. Pioggia spietata e intensa. Lo vidi arrivare. Grosso, dall’odore putrido e avvolto da vegetazione, fango e melma. Onjambe. Eccolo lì. -Non ti muovere, Ojambe.-, dissi alzando la pistola. Lui si voltò. Mi vide. -Hai ucciso quattro uomini. Hai un debito con Zhara al-Jilani. Vengo a riscuotere.-, dichiarai. Si buttò verso di me. Premetti il grilletto. Click! L’arma non sparò. Merda! Mi gettai oltre l’essere. Raggiunsi l’MP7 che avevo piazzato lì come seconda arma. Colpo in canna e via la sicura. Sparai. Click! Ma che cazzo?! -Proprio come loro, eh?-, chiese Ojambe con una voce cavernosa che pareva provenire da mostruosi altrove. Lo guardai, sorpreso. Parlava! -Allora ce l’hai una lingua.-, dissi. Evitai di misura un gancio. A mali estremi… Snikt! Gli artigli trapassarono il bicipite del mostro. Fu come affondare nella melma. -Mutante! Anche tu! Ma morirai ugualmente!-, il pugno successivo mi devastò le costole. -Non oggi!-, ringhiai. Fesi al petto. Eravamo a contatto. Mi afferrò un braccio e torse. Dolore. Sentì l’osso gemere. Poi… crack! Dannazione! il braccio sinistro mi divenne un’appendice inanimata e dolente. Colpii al collo. Sentì un gemito. “Ah, questo l’hai sentito!”. Colpii ancora. Fianco, reni, collo, braccio. Senza pensare all’efficacia. Lui urlò di frustrazione, o di dolore. Mi colpì due volte. ...