1. Blade: nel Bayou


    Data: 24/07/2018, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    Il nome é Alexander Mirror, meglio conosciuto negli ambienti dello S.H.I.E.L.D. e nel sottobosco criminale come Blade. Interessi? Donne e arti marziali, in quest’ordine. Sono uno che ama godersi la vita. Altezza e peso nella media, capelli corti scuri e occhi neri. Segni particolari? Un fattore rigenerante e degli artigli ossei che spuntano dalle nocche, un ottimo aiuto quando ti ritrovi nei posti sbagliati in momenti sbagliati. Ora, il lettore aggiornato può fermarsi qui e godersi il racconto, quello che non mi conosce invece dovrebbe sapere che vivo a New York e collaboro spesso con lo S.H.I.E.L.D. ma che non sono un eroe, solo un poveraccio con qualche potere ottenuto in modi eticamente discutibili che cerca di tirare a campare. Ovviamente, questo spesso include lavori per la malavita ma ho un certo codice etico quindi non ho mai accettato ingaggi eccessivamente illegali, per quanto fossero ben pagati. Ho collaborato con una mutante, Flux, capace di cambiare stato divenendo liquida. Una tipa notevole, anche a letto… (Se vuoi saperne di più cerca pure il racconto Flux e Blade, sempre edito da Rebis=)) Ovviamente la nostra collaborazione fu più di un singolo episodio (Se ti va puoi cercare anche gli altri episodi nei miei racconti).
    
    Quell’incarico era… inquietante e fastidioso. Premessa: avete in mente le paludi della Louisiana? Ecco. Quello é il posto. Il momento? Un giorno caldo, tanto da rendere intollerabile la già fastidiosa umidità nella zona. Il motivo? Semplice: ...
    ... recupero crediti. La mia committente é Zhara al-Jilani. Una mutante che gestisce una vasta rete criminale negli States. Intelligente, sexy e in parte con la pelle a squame. È una con cui posso dire di trovarmi bene. E questo ci porta a come tutto é iniziato.
    
    -Sì! Aaaah! Sì!-, mentre pompavo da dietro la giovane stringendole i capelli a mo’ di redini, lei smozzicava frasi come queste. Era prossima a venire, come me. Continuai a pomparla, ancora e ancora. Dentro e fuori. Mi sentii esplodere quando le sue mucose mi strinsero, come a volermi spremere. Abbandonai ogni pretesa di controllo e venni perpotentemente nelle viscere di Zhara. Crollammo l’uno sull’altra, in silenzio, cercando di riprendere fiato, sudati e ansimanti. -È stato bellissimo…-, sussurrò lei. Mi accarezzò la testa. Ero rasato quasi a zero. Conseguenze del caldo. Sorrisi, la mia mano che le carezzava piano il viso, il collo per poi posarsi sul petto. Il suo cuore batteva forte. I nostri umori mescolati, il profumo di lei e la sua pelle increspata ancora da brividi di godimento, tutto questo formava una sinfonia di piacere reciproco. I miei sensi, più acuti di quelli di un uomo normale, mi trasmisero tutto ciò. Zhara, lentamente, i capelli sparpagliati e mossi, si alzò a sedere. -È stato bello, ma non ti ho chiamato per questo… o meglio, non solo.-, disse. -Immaginavo. Parlavi di un incarico.-, dissi io. Si tornava in scena. Più che giusto. Ero fermo da molto. Lo S.H.I.E.L.D. non aveva avuto bisogno dei miei ...
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