1. Blade: nel Bayou


    Data: 24/07/2018, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... tono lasciava presagire che non riponeva molta fiducia nella riuscita della mia impresa. -Valgo quanto basta.-, risposi io. Non intendevo farmi prendere in grio da quel tizio. -Oh oui! Je suis sur!-, esclamò lui in francese. Sarcastico, evidentemente. Incominciavo già a odiarlo. -Dimmi una cosa… quello che stiamo cercando…-, iniziai. -Oui, Ojambe. Un bastardo che ha rubato un carico di lingotti d’oro.-, disse Jacques. -A me Zhara ha detto che non ha pagato un debito.-, dissi. -Ah, oui! Aveva un debito di duemila dollari… e poi ha rubato quel carico. A me personalmente.-, rispose il barbuto. Io annuii. Zhara non mi aveva detto dell’oro. Oppure non ne sapeva? Preoccupante. C’inoltrammo con la jeep lungo la palude. Le strade divennero sentieri sterrati, pieni di dossi. Buche a tratti. -Avrai bisogno di armi, n’est pas?-, chiese Jacques. Io annuii. -Roba leggera e che non si fotta con l’umidità e la pioggia.-, precisai. Lui annuì. Arrivammo all’hotel. Hotel era una parola grossa. Il posto pareva uscito dal 1800. Un edificio in legno, con insegna e tutto. “Bayou hotel.”, lessi, “che fantasia!”. -Je te lasse ici! tornerò domani con la roba.-, disse Jacques. Scesi e annuii. Oltre all’Hotel c’erano poche case, tutte in legno e un paio di barche di pescatori. Un porticciolo permetteva di salpare verso l’esterno. Un postaccio. Entrai. L’Hotel era praticamente deserto. C’erano giusto un vecchio bianco dalla pelle abbronzata e raggrinzita e una nera procace avvolta in un vestito con ...
    ... gonna lunga. Mi sorrise. Incoraggiante: almeno lei pareva irradiare cortesia. -Bevenuto! Ha una prenotazione?-, chiese. -Sì. Sono Germaine.-, dissi io con un sorriso di rimando. Lei annuì. Controllò su un registro cartaceo. -Sì. Eccola qui. Stanza tredici. La colazione, il pranzo e la cena sono inclusi. Il trasporto per Morgan City é ogni tre giorni. Se ha bisogno non esiti a chiamare. Io mi chiamo Jeanie.-, altro sorriso. Incoraggiante. -Lo farò! Grazie.-, dissi e presi la chiave. Salite le scale trovai la mia camera. Spartana, a dir poco. Un letto, un armadio, fine. Non c’era neppure il cesso. C’era una doccia ma era abbastanza fatiscente. L’intero hotel pareva arretrato in ambito di tecnologia. Nessun citofono per parlare con la reception né Tv. Sospirai. Stavo già morendo di caldo e non era un buon segno. Feci qualche esercizio. Con me non avevo niente se non il borsello e i vestiti che indossavo, oltre a un cambio nello zaino. Mi spogliai. Puntulmente, un paio di zanzare presero a banchettare su di me. Le schiacciai. -E ovviamente neanche l’antizanzare…-, dissi. Espirai. Calma. Dovevo calmarmi. Ripresi gli esercizi. Flessioni, addominali, stretching e altro. Mi feci una doccia. L’acqua era tiepida, difficile averla fredda. Uscii e dopo essermi rivestito fui di nuovo sudato. Fantastico… Scesi alla reception. Jeanie, la bella nera che mi aveva dato il benvenut era sparita, sostituita da un giovane mulatto che mi guardava, come in attesa di commenti. Uscii. L’esterno era quasi ...
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