1. Blade: nel Bayou


    Data: 24/07/2018, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... stomaco, tentando di alzare la doppietta. La scansai, strappandogliela di mano e buttandola dietro di me. La sua ferita non era letale, per ora. -Ora io ti faccio due domande e tu rispondi. Se menti, o non rispondi, ti getto in pasto agli alligatori!-, ringhiai. Lui mi guardò. Passi. Jeanie guardò la scena. -Lucien!-, esclamò. Proruppe in una serie di frasi in Cajun che non capì. -Tu sai chi ha ucciso i quattro uomini venuti prima di me. Chi é stato?-, chiesi. Sguardi. Dal ferito a Jeanie. Lo colpii con un destro. -Non guardare lei.-, dissi, -Guarda me.-. -Io… sono stato io! Loro invandono la mia proprietà!-, esclamò. -Quattro contro uno? E li hai uccisi? Non dir cazzate.-, dissi. Jeanie taceva, incapace di parlare. -Chi é Ojambe?-, chiesi, -E dove lo trovo?-. -Ojambe…-, sussurrò l’altro. Ora era grigio, terreo. Pareva invecchiato di dieci anni. -Ojambe. Dimmi dov’é.-, dissi. Silenzio. Puntai al ginocchio sinistro la pistola. -Non lo so! Non lo so, dov’é! Lui… vive nel profondo della palude!-, esclamò Lucien. Il sangue usciva ancora dalla ferita. Sospirai. -Avrai un modo per contattarlo, no?-, chiesi. -Io… sì… Un fuoco… fare fumo… a nordovest! Tre segnali… come gli indiani.-, biascicò lui. -Bene.-, dissi. Scansai la sua mano dalla ferita. Messa male. Molto sangue. E in quell’ambiente poteva infettarsi alla svelta. Estrassi il bowie. Punsi la gamba destra del nero all’altezza della rotula. -La senti?-, chiesi. Lui scosse il capo. Ripetei. Ancora niente. -Mi spiace.-, dissi. ...
    ... Lesione alla colonna vertebrale. Roba seria. Paralisi discendente. Non avrebbe camminato mai più con quelle gambe.Scambiai uno sguardo con Jeanie. La giovane raccolse la doppietta. Lucien prese a piangere. Un’ultima frase in Cajun e un annuire da parte del ferito. Poi la giovane mi guardò. -Vuole che finisci.-, disse. Annuii. Impugnai la Beretta. Puntai al cuore. Due colpi. Fine della storia.
    
    Un alligatore saliva piano verso di noi. Jeanie lo fissò, atterrita. Sparai alla bestia un singolo colpo in testa, poi buttai il corpo del morto nell’acquitrino. Polvere alla polvere e melma alla melma. Iniziammo il viaggio di ritorno. Jeanie era tremendamente silenziosa, ma io ero perso in una multitudine di pensieri. Le rivelazioni ottenute erano chiare e rendevano palese l’approccio successivo. Avrei dato la caccia ad Ojambe. L’avrei ucciso. Era una minaccia per tutti laggiù. Poi avrei chiamato Jacques e avrei lasciato quel posto di merda. Raggiungemmo l’hotel. Diedi i soldi a Jeanie, un buon settantacinque dollari. Non avevo fame e saltai il pasto. Mi chiusi in stanza a pensare. Ojambe, il carnefice, il terrore del Bayou pareva avere un forte ascendente sui suoi abitanti. Ma era lui il colpevole che cercavo? Veramente? Chi era Ojambe? Quella figura avvolta dalla melma? Un mutante? O altro? Mi stesi sul letto. Tante, troppe domande. Sentii qualcuno bussare alla porta. Cercai il pugnale, sentendomi subito stupido. Lo lasciai sul comodino. -Sì?-, chiesi. -Sono io.-, rispose una voce di ...
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