1. Blade: nel Bayou


    Data: 24/07/2018, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... condannata a passare la vita lì, probabilmente. Era avvolta in un abito che ne valorizzava le forme slanciate. Mi indicò una valigia. -L’ha portata un uomo, ha detto di consegnarla a te.-, disse. Io le sorrisi. Estrassi il portafoglio e le lasciai una mancia di dieci dollari. -Per il disturbo.-, dissi prendendo la valigia. -Nessun disturbo.-, disse Jeanie. I suo capelli erano crespi, neri. Il suo sorriso era stupendo. -A dopo.-, dissi. Salii in camera, chiusi la porta. Aprì la valigia.
    
    Jacques era stato di parola. Un coltello bowie adatto alla palude, una beretta M9 e una mitraglietta MP7. Un bel corredo completo di munizioni e vestiti adatti. Mi strappai di dosso gli abiti lerci. Mi cambiai. Controllai armi e lame. Tutto perfetto. Vidi se nella valigia c’era altro. E la notai. Una lettera. Di Jacques? La aprì. No. Era di Zhara. Memorizzai le istruzioni e la feci a pezzi. Vecchio metodo. Uscii dall’hotel per espletare un bisogno della latrina poco distante. Buttai i pezzi della lettera nel buco. Niente tracce. Tornai all’hotel. Era quasi ora di cena. La cena fu servita in fretta: una sorta di sbobba di verdure. Mangiai con scarso appetito, cercando di aproffitare della birra che, miracolosamente, era fresca. Oltre a me, c’erano altri due ospiti: il vecchio incartapecorito e un giovane che pareva a disagio. Il mulatto che avevo visto alla reception ritirò i piatti. Mi si avvicinò. -Se vuole, signore, a pochi metri da qui ci sarà una cerimonia vudù.-, disse. Io annuii, ...
    ... interessato. -Si può assistere?-, chiesi. Lui annuì a sua volta. -Sì, per una modica cifra.-, disse. Io lo guardai, la domanda scolpita in volto. -Quaranta dollari, signore.-, disse lui con serietà assoluta. Quaranta verdoni?! Alla faccia! Mi limitai ad aprire il portafogli e darglieli. Non volevo attirare l’attenzione. -Grazie signore. Sarà oggi alle 21.00.-, disse. Annuii.
    
    Non ero l’unico al raduno. La cerimonia si teneva su un’isolotto tra le rovine di una vecchia struttura del secolo prima. Fuochi e tamburi. Offerte e canti. Invocavano i Loa. Canti femminili principalmente. Oltre a Jeanie, che riconobbi vestita in modo sobrio ma sempre bellissima, c’erano altre tre giovani quasi della sua età e molti uomini. Tra i quali anche il tizio che mi aveva minacciato. Lui non mi vide. La cerimonia fu lunga, balli, canti. A un tratto due delle ballerine presero a contorcersi sull’erba, rotolando sulla terra, l’una vicino e poi contro l’altra, come in preda a una possessione. Il giovane che aveva cenato con me osservava la scena con sguardo stralunato. Non capiva. Io invece capivo. Purtroppo mi ero documentato un po’ su quelle pratiche. Non era che un episodio di fervore religioso estremo, ma i credenti del Vudù sostenevano che quelle due donne stessero venendo cavalcate dai Loa che, muovendone i corpi come burattini, le rendevano loro strumenti. Durò minuti lunghissimi, poi entrambe giacquero immobili, sporche e ansimanti, ma vive. Il rito si concluse dopo altri canti e vidi Jeanie ...
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