L'Ascensore
Data: 09/04/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Natale Seremia, Fonte: EroticiRacconti
... primo cipresso. Umberto era leggermente perplesso, non capiva perché eravamo li, a faticare, invece di camminare comodamente sull’assolato lungolago. Maliziosamente lo guardai negli occhi.
Volevo espiare. Avevo bisogno di espiare. E’ scelsi la via più semplice per farlo. Lo spinsi spalle contro il cipresso. Mi inginocchiai davanti a lui armeggiando con la cintura dei pantaloni.
“Roberta, che fai? “ chiese allarmato.
“Non lo vedi?” replicai tirando fuori dai boxer il suo cazzo.
“Ma sei matta! Ci possono vedere….”
Leccai la punta del membro di Umberto mentre lo impugno saldamente.
“Roberta….” protestò con voce stridula.
Glielo presi in bocca ancora moscio, succhiandolo con voluttà, senza fretta. Con una mano gli accarezzai lo scroto. Il suo cazzo rispose inturgidendosi.
Umberto non protestava più. Ansimaava leggermente, con gli occhi socchiusi. Le braccia abbandonate lungo i fianchi. Inerme.
Non mi ci volle molto per farlo sborrare. Come sempre un istante prima che venisse lo estrassi dalla mia bocca e lo accompagnai negli ultimi istanti con una sega vigorosa. Cinque minuti ed è tutto finito.
Purtroppo non mi sentivoo emendata. Ero sempre una schifosa traditrice.
4.
Claudio.
Non riescivo a non pensare a lei. Mi chiedevo cosa stesse facendo in quel momento. Con chi era. Se mi pensava. E soprattutto cosa pensava di me e di quello che le avevo fatto e detto. Erano le dieci di domenica e mi ero alzato da poco dal letto, dopo una notte ...
... agitata.
Osservavo la moka che stava per rilasciare i profumi del caffè. Mi ero ripromesso di non scriverle subito. Volevo che cuocesse a fuoco lento. Per la verità quello che volevo capire era se fosse ancora presa all’amo, come io lo sono di lei. Solo adesso mi rendevo conto che non sapevo quasi niente di Roberta e l’ansia di conoscere ogni particolare della sua vita passata e presente era diventata un urgenza improcrastinabile.
L’ultimo briciolo di razionalità mi suggeriva di smetterla, avevo 42 anni, non ero un ragazzino alla sua prima infatuazione. Bevvi lentamente il caffè, amaro come piaceva a me, sbirciando dalla finestra. Era una giornata variabile come il mio umore, sole e nuvole si alternavano sui tetti di Milano. Il traffico domenicale era scarso. Decisi di fare un po’ di jogging per scaricarmi. Quaranta minuti dopo correvo per i vialetti del Parco Sempione. Ultimamente facevo poca attività e non mi ci volle molto per avere il fiatone. Decisi di prendermela comoda, rallentando fin quasi ad un “passo svelto”, mentre con gli auricolari ascoltavo una playlist di arie d’opera.
Un bip interruppe per un istante il flusso della musica. Era arrivato un messaggio di Roberta.
“Rivuoi il plug?” scriveva allegando la foto del sex toy che le avevo inserito nel sedere. Un lieve sorriso mi increspò le labbra. Dopo aver riflettuto qualche secondo le risposi: “Stasera, alle 21. A casa mia”.
Attesi con una certa ansia la risposta. Tre minuti dopo Roberta rispose con un ...