Bella figlia dell'amore
Data: 05/03/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... volta dentro, metà dell’opera era compiuta.
L’avanzata fu lunga e faticosa, accompagnata dai gemiti sommessi di Romeo, che ormai sembrava aver accettato il suo destino e non si divincolava più, sussultava soltanto ad ogni ad ogni piccolo avanzamento del mastodontico nel suo culo martoriato.
Fu a questo punto che la ragionevolezza si fece strada nell’animo di Anacleto: si rese conto della sofferenza che stava infliggendo all’uomo che diceva di amare, si rese conto che a spingerlo era più il desiderio di punirlo, che non di raggiungere un piacere a lungo agognato, anche perché un piacere, per goderne, bisogna essere in due, e qui lui era da solo.
Allora si vergognò, l’anaconda gli si afflosciò sul più bello e lui la ritrasse fuori ormai inerme.
“Perdonami…”, sussurrò, quasi con le lacrime agli occhi.
Romeo si afflosciò sul letto. Il dolore all’ano era ancora forte, ma si andava attenuando e gli lasciava come una strana, spiacevole sensazione di vuoto. Girò la testa a metà sopra la spalla.
“Perché lo hai fatto?”, gli chiese, ma senza risentimento.
Anacleto tacque. Adesso la vergogna gli toglieva quasi la parola.
“Ti ho visto… dietro le quinte con… Marcello…”, disse alla fine.
“E volevi punirmi per questo?”, avvampò Romeo, tirandosi in piedi con un guizzo e sovrastandolo, mentre l’altro gli stava in ginocchio davanti a testa bassa.
“Perdonami… - disse ancora Anacleto con voce rotta – ti amo così tanto…”
Stavolta ...
... fu Romeo a sentirsi un verme: aveva ceduto alla tentazione di un momento, incurante di tutto, del torto che avrebbe arrecato ad Anacleto, della possibilità di essere scoperti, come era infatti successo, e proprio dall’ultima persona che avrebbe dovuto venirne a conoscenza. E forse fu quest’ultima considerazione a farlo vergognare di più.
Gli si inginocchiò davanti: non aveva nessun motivo per sentirsi indignato, per sentirsi superiore a lui. Erano pari, pari nel torto subìto ed arrecato. Ma forse era ancora possibile ricucire lo strappo.
“Mi dispiace, - disse – ho sbagliato, ho commesso un grosso errore… Non so perché l’ho fatto, davvero, non so spiegartelo. E non voglio neanche scaricare la colpa addosso a Marcello: sono stato io a provocarlo. Vorrei dirti che ti amo, ma temo che non mi crederesti… Se non mi vuoi più, cacciami via… me lo merito.”
L’altro sollevò la testa di scatto:
“Cacciarti via? – gemette, abbracciandolo stretto – E che farei senza di te?”
Restarono a lungo abbracciati, lasciando che il calore dei corpi nudi, stretti l’uno all’altro, sopisse le tensioni e raddolcisse gli animi.
“Sai, - disse Romeo, dopo un ennesimo bacio – l’anaconda non mi ha fatto, poi, così male… Magari… potremmo riprovarsi…”
“Sì… - rispose Anacleto con gli occhi brillanti, e non solo di libidine – possiamo riprovarci… Ma facciamo una doccia, prima… Puzziamo come due capre…. Vieni.”, e presolo per mano, si diressero verso il bagno.