1. Bella figlia dell'amore


    Data: 05/03/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... corteggia la sfacciata Maddalena, mentre in disparte, nascosti dietro un riparo, Rigoletto e la povera Gilda assistono a quelle schermaglie amorose.
    
    Anacleto, nei panni del Duca di Mantova, si sentiva il cuore in tumulto, mentre cercava faticosamente di mantenere il controllo in scena. Fu facile cantare “La donna è mobile”: gli bastò focalizzare la mente sul volto del traditore Romeo, il che contribuì a dare all’aria quel certo tono sprezzante, che il pubblico e la critica apprezzarono molto; ma quando si placarono gli applausi, il tenore Anacleto ebbe quasi un mancamento.
    
    “Non ce la faccio…”, mormorò e fu sul punto di perdere il fiato e fuggire dal palcoscenico.
    
    Ma ecco giungere Maddalena, ecco iniziare la schermaglia: “Un dì, se ben rammentomi, o bella, t’incontrai…”, e la musica ebbe allora il sopravvento, i suoi crucci per un momento si sopirono; e quando, prendendole la mano, iniziò: “Bella figlia dell’amo-o-re, schiavo son dei vezzi tuo-o-i…”, il ricordo dell’ultima volta che Romeo glielo aveva bisbigliato lo travolse, la commozione lo punse, l’amore tornò a illuminare il suo cuore e lui decise che lo avrebbe perdonato… sì, avrebbe perdonato quel bastardo traditore, ma non senza avergliela fatta prima pagare!
    
    A memoria d’uomo, quella rimase una delle più memorabili esecuzioni del sublime quartetto: il suo trasporto sembrò trasfondersi in tutti gli altri, che cantarono in uno stato di grazia assoluta.
    
    Rientrati in albergo, dopo la consueta cena in ...
    ... ristorante, più che altro uno spuntino, vista l’ora:
    
    “La recita è andata bene, non trovi?”, disse Anacleto.
    
    “Credo proprio di sì. – concordò Romeo, abbracciandolo – Sei stato magnifico… E con quel costume, poi… stavo per innamorarmi pure io di te…”, e lo strinse fra le braccia, cercandone le labbra.
    
    Era un bell’uomo Romeo, baritono dalla voce possente e dal fisico prestante; i primi fili argentati dei suoi quarant’anni alle tempie e nella corta barba ne accentuavano il fascino virile. Facevano davvero una bella coppia lui e il talentuoso tenore Anacleto, detto Anaconda, e si amavano molto, anche se sulla scena si ritrovavano spesso ad essere accaniti rivali e mortali nemici.
    
    Il lungo bacio non poteva avere che una conclusione: dopo pochi minuti i due erano avvinghiati sul letto, senza essersi nemmeno tolti le scarpe. L’anaconda spasimava nelle mutande già bagnate di Anacleto e Romeo spasimava dalla voglia di lapparne il nettare amarognolo, che sgorgava copioso nei momenti di massima eccitazione.
    
    Allungò, allora, la mano fra le cosce dell’amante e strinse con un gemito di voluttà, l’enorme randello sotto i pantaloni, nella trepidante aspettativa di gustarne il sapore sulla lingua; ma non meno voluttuoso fu il gemito di Anacleto a quella stretta, nella sua non meno trepidante aspettativa di sentirselo avvolgere dalla lingua calda e vogliosa dell’amante. In breve, le scarpe furono scalciate ai quattro angoli della camera; le camicie vennero sbottonate freneticamente e ...
«1...3456»