1. Bella figlia dell'amore


    Data: 05/03/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    BELLA FIGLIA DELL’AMORE
    
    Il tenore Anacleto Verdelli, detto Anaconda, era letteralmente inviperito. Si aggirava per il minuscolo camerino come una belva impazzita, l’aria era sempre più soffocante, sempre più irrespirabile, le immagini, che il grande specchio gli rimandava, sempre più odiose.
    
    Neanche lui sapeva come aveva fatto a cantare, poco prima, l’apertura del secondo atto, con la voce che gli si strozzava nella gola per l’angoscia di quanto aveva appena scoperto. La disperazione con cui aveva urlato “Ella mi fu rapita”, aveva fatto vibrare di commozione tutto il pubblico, inconsapevole di quanto era successo dietro le quinte e del turbamento che lo sconvolgeva.
    
    La disperazione del Duca di Mantova in quel momento era la sua stessa disperazione: l’oggetto del suo amore gli era stato sottratto! Con la differenza però che al Duca la donzella era stata sottratta da altri, a lui il donzello si era sottratto da solo in cerca di altri!
    
    Ma cos’era successo? Era successo… Beh, prima di tutto chiariamo la situazione, altrimenti i nostri lettori rischiano di non capirci niente, per lo meno quelli che non sono addentro al mondo della melomania.
    
    Siamo nel teatro di *** e va in scena una replica del Rigoletto. Il tenore Anacleto Verdelli, detto Anaconda, impersona superbamente il Duca di Mantova, affascinante e libertino, di cui, mai come altri, lui aveva il “fisico del ruolo”, alto e prestante, tanto più ora, nel suo costume quattrocentesco, con le belle gambe tornite ...
    ... inguainate nella calzamaglia, il corpetto sgargiante, il sorriso sarcastico sul volto dai lineamenti regolari e dalla corta barba che ne rimarcava la maschile baldanza. Era stato un mattatore per tutto il primo atto, dominando la scena sia con la presenza conturbante, che con la voce magnifica.
    
    Si era reso odioso al punto giusto e aveva tenuto testa all’altro protagonista del dramma, il buffone Rigoletto, impersonato a fatica dal baritono Romeo Calcabrina… dico a fatica non per la voce, grazie a Dio, morbida e potente nello stesso tempo, ma per la difficoltà con cui aveva dovuto storpiarsi per impersonare il Gobbo.
    
    Anacleto Verdelli e Romeo Calcabrina, due delle voci più belle del panorama lirico. La terza figura del dramma era il soprano Renata Zolli, Gilda, che se nell’opera era il fulcro dell’azione, oggetto delle cupide bramosie del Duca e della possessiva protezione di Rigoletto, nella realtà non interessava a nessuno dei due, poiché, a questo punto bisogna dirlo, il tenore Anacleto e il baritono Romeo erano felicemente amanti e lo erano ormai da diversi anni.
    
    Quel pomeriggio, prima della recita, nel chiuso della camera d’albergo, nudi sul letto, tra un sollazzo e l’altro Romeo gli aveva ventilato perfino l’idea di sposarsi.
    
    “Bella figlia dell’amo-o-re, - aveva canticchiato, mentre gli leccava golosamente l’anaconda – schiavo son dei vezzi tuo-o-i..”, poi non aveva detto più niente, avendo la bocca occupata a slurpare la mastodontica cappella dell’amico, che ...
«1234...»