1. Bella figlia dell'amore


    Data: 05/03/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... passo da
    
    una comprensibile inquietudine: dove diavolo si era cacciato?
    
    E fu così che, muovendosi cautamente nella fitta penombra, udì ad un tratto un gemito soffocato proveniente da dietro un cumulo di cassoni. Si avvicinò in punta di piedi, sporse la testa oltre l’angolo e… lo vide! L’esimio baritono Romeo Calcabrina, l’amore della sua vita, impareggiabile interprete di Rigoletto, piegato a novanta gradi, con le braghe calate sotto le chiappe e l’uccello del siparista Marcello che gli stantuffava gagliardamente nel deretano, nonostante l’impaccio della gobba.
    
    Il sangue gli salì alla testa… per un momento vide tutto nero, si sentì stringere la gola e gli sembrò di soffocare. Lo sbalordimento fu tale, che dovette aggrapparsi alla prima cosa che gli capitò sottomano per non crollare a terra. Subito dopo,
    
    l’impulso fu di correre lì, agguantarli e spaccargli la testa a tutti e due, ma si trattenne fortunatamente e riuscì in fretta a recuperare il controllo: non voleva che scoppiasse uno scandalo, che li avrebbe resi quanto meno lo zimbello di tutto il personale del teatro, e non voleva che ci fossero ripercussioni sul proseguimento dello spettacolo. Ma gliel’avrebbe fatta pagare, questo era poco ma sicuro. Così, strinse i pugni, si allontanò in silenzio, lasciando i due a portare a termine il loro misfatto, e tornò in camerino, meditando vendetta.
    
    Poco dopo fu chiamato in scena per l’apertura del secondo atto, quell’aria “Ella mi fu rapita”, che con la sua ...
    ... accorata disperazione aveva commosso non poco il pubblico in sala.
    
    Uscito precipitosamente di scena dopo le ultime battute, senza neanche fermarsi ad assaporare gli applausi scroscianti, Anacleto si era abbandonato finalmente alla sua furia feroce: passato il primo momento di doloroso sconcerto, ormai il suo unico chiodo era la vendetta… Doveva fargliela pagare a quel farabutto, doveva fargliela pagare cara.
    
    Continuava ad aggirarsi per il minuscolo stanzino come una belva impazzita, l’aria era sempre più soffocante, sempre più irrespirabile, le immagini, che il grande specchio gli rimandava, sempre più odiose, l’idea di un altro atto da recitare gli dava la nausea: sarebbe andato via sbattendo la porta, se solo avesse potuto.
    
    D’un tratto, gli arrivò, da lontano, dal palcoscenico la voce attutita del gobbo, quella voce così bella, così pastosa, così dura nella sua furia violenta:
    
    “Sì, vendetta, tremenda vendetta
    
    Di quest’anima è solo desio…”.
    
    “Sì, vendetta! – mormorò allora a denti stretti – Ma sarai tu a subire la mia, farabutto! Ti farò rimpiangere il momento stesso in cui hai pensato di tradirmi! Con me hai sempre fatto lo smorfioso e poi ti fai sbattere il culo dal siparista! Cos’ha più di me quella mezza sega?”
    
    E naturalmente non gli passò neanche per la testa cosa potesse avere LUI qualcosa più di Marcello il siparista e come quel “qualcosa” potesse davvero costituire un ostacolo insormontabile per il povero Romeo.
    
    Ed eccoci al terzo atto: il Duca ...
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