Vacanza al Sud – capitolo 3 –
Data: 20/07/2018,
Categorie:
Erotici Racconti,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Autore: Mr.Goodbye, Fonte: RaccontiMilu
... il palato e mi lascia un gradevole retrogusto sulla lingua.
Eccola che si alza e, come sospinto da una mano invisibile, il pareo scivola dal suo corpo e si adagia lentamente a terra, scoprendo le sue cosce, tornite e abbronzate. Mi aspetto che arrivi il cameriere a raccoglierlo, ma non lo vedo da nessuna parte. Per un momento ho quasi l’impressione che lei, la fanciulla, abbia buttato uno sguardo nella mia direzione. Forse… ha un moto di vergogna dopo quanto successo durante la notte. Ma quando la vedo piegare il busto in avanti e allungare una mano a raccogliere il pareo, senza piegare le ginocchia, mi manca il fiato. Per un istante mi regala la visione del suo fondoschiena tondo e abbronzato. Le gambe, lunghe, snelle e dalla pelle dorata, sono un’attrazione già da sole. Ma salire con lo sguardo dalla caviglia stretta, il polpaccio sottile, poi le curve del ginocchio, le cosce toniche, la circonferenza dei glutei e il rigonfiamento delle sue labbra più intime nascoste da quel sottile pezzo di stoffa… è uno spettacolo da farmi dimenticare il resto del mondo.
Tutto dura un istante, un istante incredibilmente lungo, che dura fin quando il pareo torna al suo posto e io posso solo ricordare quella visione. Lei mi guarda, la sua amica mi sta guardando. Sorrido, colto in fallo su di un gesto provocatorio e riporto l’attenzione sul mare. Ho caldo, più dentro di me che fuori. Le sento andare via e quando il cameriere viene a sgombrarmi il tavolo gli chiedo cortesemente un ...
... secondo calice di vino.
“Permette?”
È tornato con due calici di vino.
Sposto una sedia e lo invito a sedersi.
“Certamente, è un onore per me!”
“Questo lo offro io.”
Si ferma con me e chiacchieriamo. Mi chiede di me, mi racconta di lui e del paese, finiamo a parlare di motori, donne e di politica. Si dimostra un tipo tranquillo e alla mano e ben presto i calici si riempiono ancora e tra noi compare la bottiglia. Il vetro scuro, cosparso di goccioline di condensa, che scivolano lentamente e pigramente verso il basso. Il tempo scivola via come sabbia tra le nostre dita.
“È una bella ragazza, vero?”
Sul momento non colgo il riferimento e alla mia mente occorrono alcuni istanti per capire.
“Sì, lo è. Sua mamma è stata brava con lei. E ho l’impressione che sia anche piuttosto intelligente.”
“Una ragazza furba e sveglia mia cugina. Alle volte anche troppo.”
Sono al sud, so che da queste parti il valore della famiglia è più sentito che in altre zone e ho l’impressione che ora la conversazione si sia spostata su un terreno pericoloso. Prendo tempo e sorseggio il vino senza sapere esattamente come comportarmi e con il timore di rovinare tutto.
“Ho visto come la guardavi.”
Alzo lo sguardo sul cameriere. Per un momento mi aspetto una reazione simile a quella a cui ho assistito al bar ma, in qualche modo, so che non sarà così. Mi mette una mano sulla spalla e sorride.
“Ma ho visto anche come lei guardava te. Le piaci. Pochi uomini avrebbero fatto come ...