1. La palestra, la doccia e la… 3 (...ma basta docce)


    Data: 19/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Megaciccio, Fonte: Annunci69

    E così anche la mia seconda avventura in palestra era terminata.
    
    Restavo con la voglia di sapere qualcosa di più su quel giovane che così mi attraeva, ma avevo ormai capito che per lui non era così.
    
    Quindi cercai di dimenticarlo passando da un incontro piccante all’altro...
    
    Il mio piano procedeva a gonfie vele quando un giorno mio figlio, tutto ciò che restava di positivo del mio fallito matrimonio, mi propose di passare qualche giorno da me.
    
    La madre partiva per un viaggio non so dove, forse per farsi sfondare a dovere, e lui invece di restare solo in casa aveva avuto l’idea di farci un po’ di compagnia a vicenda.
    
    Una fantastica trovata e per approfittare ancora di più della cosa mi portai un po’ di lavoro a casa e presi anche qualche giorno di ferie.
    
    Io e Stefano, mio figlio, nonostante i contrasti con sua madre, siamo sempre andati molto d’accordo; negli anni, e nonostante non abbia potuto essere costantemente al suo fianco, sono riuscito a svolgere le mie funzioni di amico, confidente, ma anche quella di genitore e guida, e che io sappia tranne alcune giuste ragazzate, non si è mai messo nei guai. E studia diligentemente.
    
    Una mattina, mentre eravamo intenti ad organizzarci la giornata mi fa:
    
    “Senti pa’, dovrei finire una relazione con un compagno di corso per l’esame della settimana prossima. Ti dispiace se un mio amico viene a studiare qui, così la finiamo? È un lavoro di gruppo. Gli ho dato appuntamento per le 14:30.”
    
    “Ma certo che si, che ...
    ... problema è? Se vuoi ti libero il tavolo della sala dalla mia roba e mi sposto in camera tua a lavorare.”
    
    “Ma no, non serve, se non ti diamo fastidio mentre ripetiamo puoi stare tranquillamente con noi”
    
    “Ok, dai, poi ci organizziamo.”
    
    Passo la mattinata tra una video conferenza e il disbrigo di alcune pratiche.
    
    Per pranzo ci prepariamo un fantastico piatto di spaghetti alla amatriciana che, modestamente, è uno dei miei piatti forti e, mentre stiamo finendo di prendere il caffè, suonano al citofono.
    
    “Vado io, Stefano. Tu finisci il caffè.”
    
    “Chi è?” chiedo alzando il ricevitore, immaginando già la risposta.
    
    “Salve, sono Marco, un amico di Stefano. È il campanello giusto?” chiede una voce incerta.
    
    “Si, si, è quello giusto. Sali” dico mentre premo il pulsante per aprire il portone, “quarto piano, a destra”. Aggancio, socchiudo la porta e resto in attesa. “Si, è il tuo amico”, dico a voce alta per farmi sentire da Stefano mentre sistemo un po’ di posta arretrata buttata alla rinfusa sul mobile dell’ingresso, “gli apro io, non preoccuparti.”
    
    “Ok, io vado un attimo in bagno”
    
    Sento l’ascensore salire e fermarsi al mio piano, la porta aprirsi e faccio altrettanto con quella del mio appartamento.
    
    Ho un tuffo al cuore. Il ragazzotto tondo e peloso che ha riempito i miei sogni erotici per mesi è lì davanti a me.
    
    Io resto a bocca aperta, ma lui resta di sasso.
    
    In un secondo vedo passare sul suo viso decine di espressioni, dallo shockato al terrorizzato. ...
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