"villa mary......un fantastico tuffo nel passato."
Data: 31/01/2023,
Categorie:
Tradimenti
Autore: quartofederico, Fonte: Annunci69
... mentre sorbivo il mio solito caffè fu lei a dire:
"Stasera torniamo a casa assieme?"
"Certo con tanto piacere, e ricordami che debbo chiederti una cosa" risposi.
Andai via senza aggiungere altro che un "ciao".
Quella sera, fece un pochino più tardi, e prendemmo il bus a volo.
Facemmo una corsa mano nella mano fino alla fermata e salimmo sul mezzo con il fiatone.
Ricordo il suo sorriso soddisfatto e quel grazie per l'aiuto che le avevo dato.
Poi come il respiro si normalizzò
"Cosa volevi chiedermi?" chiese curiosa
"Mi piacerebbe se sabato pomeriggio venissi con me alla festa di laurea di Marcello, lo conosci vero?"
Mi guardò, forse stupita e non rispose. Si fece largo tra i passeggeri e si portò nella parte anteriore del pullman. Inizialmente restai immobile pensando che non avesse gradito questa mia richiesta, poi lei, vedendomi impalato vicino all'obliteratrice, mi fece cenno di raggiungerla.
Arrivai vicino a lei e, con gli occhi bassi, mi chiese:
"Davvero vuoi portarmi con te?"
"Certo" risposi, con l'ansia dell'attesa.
Un suo sorriso mi fece prevedere la risposta e
"Pure io sono contenta di accompagnarti - disse - domani ci accordiamo"
Volevo saltare per la gioia, ma mi trattenni e le strinsi tutte e due le mani, per trasmetterle la mia felicità.
E così fu! Si sarebbe fatta trovare alle diciassette e trenta alla fermata dell'autobus dove di solito scendeva.
In quell'epoca, possedevo una panda, che avevo comperato di ...
... seconda mano un paio di anni prima, con i soldi della borsa di studio e con i risparmi di alcuni lavoretti fatti durante l'estate.
La usavo pochissimo, il sabato e la domenica per fare qualche giretto con gli amici.
Io puntualissimo, quel sabato pomeriggio, la vidi sbucare da una traversa laterale alla strada principale.
Indossava un jeans a vita alta e una maglietta nera a maniche lunghe, con un disegno astratto, vivacemente colorato. Un giubbetto di stoffa jeans, imbottito e delle sneakers bianche con zeppe alte e calzerotti bianchi.
Occhiali tondi scuri e un borsello, anch'esso della stessa stoffa.
"Ciao, stai aspettando da molto?" chiese, appena salita in macchina.
"Sei un incanto! Lasciati guardare" aggiunsi, staccandomi dal marciapiede.
"Era un secolo che non andavo ad una festa: ho voglia di passare qualche ora spensieratamente" tenne a precisare.
Le ultime parole famose! Una noia incredibile: parenti che elogiavano, amici che per ogni nonnulla applaudivano e, prima di arrivare al discorso di Marcello, tanto richiesto dal suo pubblico, guardandoci negli occhi, pensammo bene di defilarci e fuggir via.
Avevo parcheggiato la macchina un paio di isolati prima e di corsa, dico di corsa, mano nella mano, la raggiungemmo.
"Perdonami, non sapevo a cosa stavamo andando incontro - dissi scherzando - Scommetto che non ti fidi, più, di me?" e rimisi in moto.
Abbastanza vicino alla casa del festeggiato, c'era, e credo ci sia ancora, un parco immenso con ...