1. La Caduta, atto undicesimo. Di Nimandeo Feral e Serena Prima


    Data: 26/01/2023, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... poté impedirsi di chiedersi quanto tempo avesse passato a elargire servigi simili. La giovane le lavò piano la schiena, per poi concentrarsi sui fianchi e sui seni. Pur non avendo in apparenza alcun intento al di fuori di quel servizio, Sheria stava suscitando in Serena dei sentimenti tutt’altro che timidi. La giovane sentiva il languore del desiderio pervaderla piano, sfiorarla e ritrarsi al ritmo delle mani dell’ancella. “Dei… lo fa apposta? O sono io…”, si domandò Serena. Si accorse d’un tratto che la sua mano era scivolata sino al pube. Si sentì arrossire, ma la giovane restava ferma, in attesa. Apparentemente ignara dell’evidenza. Le sorrise. -Grazie.-, disse. Non sapeva se la giovane parlasse la sua lingua. In ogni caso, annuì. La fece alzare, asciugandola vigorosamente, finanche nei punti più privati. D’un tratto, il telo dell’asciugamano le sfuggì dalla mano. Per un brevissimo istante, un dito di Sheria fu a contatto con la tenera carne dell’interno coscia di Serena. Fu solo un’istante, ma alla giovane quel contatto parve fuoco puro, scatenante una brama sopita ma mai sazia. Sorrise. L’altra rimase ferma e, di scatto, ritrasse la mano, riprendendo ad asciugarla. Discreta o imbarazzata? Serena non se lo chiedeva. Si domandò però se le donne presso quei popoli fossero come quelle dei Licanei, o più simili alle amazzoni del Kelreas… Le mise addosso una veste. Una tessuto leggero, da indossarsi con nulla sotto. Da selvaggi, appunto. Però era fresco. Serena annuì. Sheria ...
    ... uscì e le fece cenno di seguirla.
    
    Nimandeo Feral la aspettava in una sala imbandita. C’era di tutto. Carne, pesci che lei mai aveva visto, ortaggi e, per la sua felicità, vino. Serena sorrise. Sheria fece un inchino e fu congedata. -Deduco che il bagno sia stato piacevole.-, disse Nimandeo. Serena si chiese se si vedeva tanto quanto temeva. Quanto poteva dedurre quell’uomo di ciò che provava? -Io… Sì. L’ospitalità é stata eccezionale.-, confermò lei. -Ne sono lieto! Sheria é eccezionale nel mettere a proprio agio gli ospiti, sia maschi che femmine.-, disse lui. Serena si domandò fugacemente quanto lui fosse stato messo a suo agio da quella giovane. Forse troppo. Forse era stato proprio quello a farlo diventare così. -Vedi, quando venni qui mi aspettavo terre selvagge, popoli da sottomettere, nemici. Ero infervorato dall’amor patrio. Dal desiderio di portare le nostre insegne lontano, come un novello Janus.-, disse Nimandeo, -Ma poi, capii. Questi popoli barbari sono diversi da noi, ma a loro modo anch’essi onorevoli e retti. E i loro usi possono sembrarci inferiori ma in realtà sono solo molto diversi. Il bagno che hai appena fatto é qualcosa che in Roma non ti sarebbe dato. Nessun Romaneo aggiunge spezie e sali al proprio bagno. Qui invece é costumanza. I barbari sono tali perché non parlano la nostra lingua, ma tant’é. Per loro quelli strani siamo noi. Ed é curioso come, se i nostri compatrioti capissero, potrebbero assaporare delizie indescrivibili.-. -Anche il loro cibo ...
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